In pensione a 58 anni con "Opzione donna"? Nel 2026 meno requisiti stringenti e platea più ampia. Scopriamo insieme ( Tabelle )
- La Redazione
- 7 ore fa
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"Il potenziamento sul quale sta lavorando il Governo si dirige su tre versanti: Una prima soluzione potrebbe essere quella di riportare Opzione donna alla sua forma originaria... "

La misura riservata alle lavoratrici che intendono andare in pensione in maniera anticipata grazie ad "Opzione donna" sta per giungere al termine, ma già si parla di una possibile proroga da parte del Governo.
Questa misura nel 2025 ha visto poche adesioni, questo perché i requisiti risultavano troppo rigidi e stringenti. Secondo alcune indiscrezioni pare che il Governo Meloni stia lavorando non solo a riconfermare tale misura ma anche a rafforzarla per ampliare la sua platea.
Ad oggi, la misura consente alle donne lavoratrici di accedere alla pensione anticipata con 35 anni di contributi versati e 61 anni di età (60 con un figlio, 59 con due o più figli) e che, congiuntamente, rientrano nelle seguenti categorie: Caregiver, invalide al 74%, licenziate e Impiegate in aziende in stato di crisi. Un altro aspetto penalizzante della misura è inoltre il pesante taglio dell’assegno (clicca qui). Una misura così formulata è evidente che rischia di diventare del tutto inefficace.
Su cosa potrebbe intervenire il Governo? Il potenziamento sul quale sta lavorando il Governo si dirige su tre versanti:
Una prima soluzione potrebbe essere quella di riportare Opzione donna alla sua forma originaria, quindi con 35 anni di contributi e 58 anni di età per le dipendenti e 59 per le lavoratrici autonome, senza altri requisiti;
Ampliare la platea includendo nuove categorie di lavoratrici e coloro che svolgono lavori usuranti e/o mansioni gravose;
Introdurre un sistema misto, ovvero, il metodo di calcolo della pensione che combina il sistema retributivo (basato sulle retribuzioni) e il sistema contributivo (basato sui contributi versati), applicando ciascun metodo ai periodi lavorativi pertinenti. Anche se quest'ultima soluzione è la meno probabile perché significherebbe andare a modificare tutta la logica stessa della misura.
Tabella 1 – Requisiti attuali “Opzione Donna” 2025
Categoria lavorativa | Età minima | Contributi richiesti | Condizioni aggiuntive | Decorrenza pensione |
Dipendenti | 61 anni (60 con 1 figlio, 59 con 2 o più figli) | 35 anni | Caregiver, invalidità ≥74%, licenziate o aziende in crisi | 12 mesi dopo il raggiungimento dei requisiti |
Autonome | 61 anni (60 con 1 figlio, 59 con 2 o più figli) | 35 anni | Caregiver, invalidità ≥74%, licenziate o aziende in crisi | 18 mesi dopo il raggiungimento dei requisiti |
Tabella 2 – Ipotesi di modifica ad "Opzione Donna" 2026
Categoria lavorativa | Età minima ipotetica | Contributi richiesti | Possibili ampliamenti | Note |
Dipendenti | 58 anni | 35 anni | Nuove categorie, lavori usuranti/gravi | Ripristino requisiti originari |
Autonome | 59 anni | 35 anni | Nuove categorie, lavori usuranti/gravi | Ripristino requisiti originari |
Tutte le categorie | – | – | Sistema misto calcolo pensione (contributivo + retributivo) | Soluzione meno probabile |
In questo modo:
La prima tabella mostra chiaramente cosa è valido oggi.
La seconda tabella evidenzia cosa è in fase di ipotesi, evitando fraintendimenti sui requisiti ufficiali.
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