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CREPET : LO SCHIAFFO A UN FIGLIO È SEMPRE SINTOMO DI STANCHEZZA? QUANDO UN GENITORE PENSA “NON È UN REATO”, DÀ FORZA ALLE SUE IDEE

Paolo Crepet interviene sul delicato tema degli “schiaffi educativi”: quando la stanchezza prende il posto della ragione...

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Capita spesso che i figli mettano alla prova la pazienza dei genitori. Se a questa fatica si aggiungono stress lavorativi o situazioni personali complicate, un genitore può ritrovarsi sopraffatto, rischiando di reagire in modo impulsivo. Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, ha affrontato il tema durante un’intervista rilasciata a Radio Radio, esprimendo con chiarezza la propria posizione. Secondo l’esperto, anche nei momenti di tensione, ogni genitore conserva la possibilità di fermarsi, riflettere e scegliere la via della ragionevolezza.

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"Quando un genitore è autorevole difficilmente perde consenso", afferma Crepet, sottolineando che l’autorevolezza è una qualità intrinseca. Non ha bisogno di imporsi con la forza: è con le parole, con il comportamento e con l’esempio che si guida un figlio.

"Non c’è dubbio che lo schiaffo sia violenza." Per il sociologo è un errore giustificare certi gesti come “schiaffi educativi” o considerarli espressione di affetto travisato. "Lo schiaffo è innanzitutto sintomo di stanchezza. Quando sei stanco meni, fin quando ragioni dai la forza alle tue idee, non ai tuoi muscoli."

La nostra mente ha la capacità di regolare gli impulsi. Nella calma e nella lucidità si crea lo spazio per l’ascolto, il confronto, la comprensione. Dove questi elementi mancano, la violenza prende il sopravvento. Insomma per Crepet “Una persona autorevole non ha bisogno di menare.”

Crepet richiama anche l’importanza di recuperare il tempo del pensiero, un tema che approfondisce nel suo ultimo libro, Il reato di pensare. Viviamo in una società che corre, che fatica a fermarsi, e proprio per questo – sostiene l’esperto – anche un gesto semplice come pensare è diventato rivoluzionario.

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L’intervento si conclude con un suggerimento prezioso rivolto a tutti i genitori che si sentono messi alla prova: "Nei momenti di maggiore stress, di situazioni spiacevoli, è importante fare un respiro profondo, contare fino a dieci, prendersi una pausa e riflettere con quanti altri modi alternativi è possibile educare un figlio."

E tu?

Ti è mai capitato, da genitore o educatore, di sentirti sopraffatto o vicino a perdere il controllo? Hai vissuto esperienze in cui la calma ha fatto la differenza? Se ti va, raccontalo a fine articolo nei commenti oppure invia il tuo commento alla redazione: ogni riflessione può essere un punto di partenza per crescere, insieme.

di NATALIA SESSA

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