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Recalcati ai genitori: “Smettiamo di sognare al posto dei figli. L’amore vero è lasciarli essere se stessi, anche quando non ci assomigliano”

Aggiornamento: 21 ott

“Bisogna che i genitori non abbiano progetti sui figli perché se i genitori hanno dei progetti sui figli, i figli hanno dei destini molto spesso infelici…”

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Essere genitori presuppone senz’altro una grande responsabilità così da permettere ai propri figli di crescere serenamente e consapevolmente grazie al supporto ed al sostegno di figure di riferimento significative e di estrema importanza.

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D’altronde i genitori contribuiscono fortemente allo sviluppo della personalità e dell’identità dei propri figli soprattutto nella fase iniziale della loro vita: i genitori, infatti, sono i soggetti con i quali si relazionano per primi. Gli adulti di riferimento, dunque, si trasformano in veri e propri modelli da emulare ed il loro giudizio appare di ineguagliabile importanza.

Permettere ad un bambino di esprimersi liberamente, garantendogli un ambiente armonioso e sereno nel quale crescere, sarà dunque presupposto imprescindibile per contribuire alla sua maturazione, accrescendo anche autostima e fiducia in se stesso.

Spesso, però, genitori iperprotettivi ed estremamente ansiosi finiscono con il riversare sui figli delle aspettative troppo alte e sono i figli stessi a pagarne il prezzo, sentendosi continuamente valutati e giudicati.

Ecco allora che lo psicoanalista e saggista italiano Massimo Recalcati pone l’accento su tale aspetto attraverso parole pregne di significato che spingono ad una profonda riflessione.

“Bisogna che i genitori non abbiano progetti sui figli perché se i genitori hanno dei progetti sui figli, i figli hanno dei destini molto spesso infelici, perché non c’è niente di peggio, come diceva Deleuze, se noi ci troviamo a essere protagonisti del sogno di un altro. Ogni genitore deve saper compiere, cioè lasciare che il figlio faccia la propria strada, riconoscere il suo segreto, anche incomprensibile, perché è molto facile amare i figli quando ci assomigliano, quando sono come noi. Ma se penso a mio figlio, ricordo che quando tornavo a casa alla sera e lo vedevo leggere su un iPad gli dicevo: ‘Tommaso ma il libro, la carta, il profumo, puoi sottolineare’ e lui mi faceva vedere che con qualche click apparivano pagine di altri libri. Esempio di divergenza. Dunque io lo guardo e dico: ‘Non ha niente di me’ e penso: ‘Lo amo nonostante questo o lo amo proprio per questo?’”: in tal modo Massimo Recalcati non smette mai di stupirci grazie alla sua splendida disamina.

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Dunque ogni genitore deve permettere al figlio di percorrere la propria strada liberamente senza ostacolarlo o imporgli le sue scelte, senza nutrire aspettative o giudicarlo immotivatamente, ma anzi supportandolo e ascoltandolo nei momenti più difficili, illuminando il suo cammino nelle giornate più buie.

Troppe volte, infatti, così come sottolineato da Massimo Recalcati, “il genitore non dialoga ma condiziona. È interessato a modificare la vita del figlio secondo la sua idea di cosa dovrebbe essere una vita. Il dialogo invece dovrebbe essere paritario”.


Ecco allora l’importanza di un bravo genitore capace di amare suo figlio per ciò che è veramente e non per ciò che dovrebbe essere.

Solo in tal modo un figlio potrà essere davvero felice, diventando protagonista della propria vita, riscoprendo se stesso, sperimentando le sue ambizioni, lottando per esaudire i propri sogni, alla luce dei suoi progetti e non di quelli che i genitori hanno scelto al suo posto.

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di VALENTINA TROPEA

2 commenti


Ellis
22 ott

Non so io sono nata nel 1981 e mi pare ad oggi di sentire ovvietà quando si parla di queste cose ..i miei genitori mi hanno sempre lasciata libera ,osservata accompagnata ma libera di scegliere..secondo me è assurdo che ci sia ancora gente che ti costringe a fare il liceo se vuoi fare l istituto d arte...volere bene non significa che tuo figlio diventa il tuo specchio nel mondo ecc ecc son cavolate..amare in generale significa metter da parte il proprio ego ,le proprie mire personali ,ma votarsi completamente all altro,a tuo figlio ..accettando ciò che viene facendogli da guida..ce un momento dove ti venerano e in quel momento se iniziano adavere le tue passioni e le tue ambizioni naturalmente…

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Ospite
22 ott

L'articolo molto interessante è proprio ciò che feci con i miei 4 figli, poiché ero convinta che non fossero"i miei figli", bensì i figli del Padre Celeste e che avevo avuto il privilegio di dare loro un corpo, ma che né il loro corpo né tantomeno il loro spirito, mi apparteneva.

Ho cercato, quando stavo bene(sì purtroppo dopo la nascita del IV figlio ebbi un forte esaurimento nervoso e caddi in una depressione iperattiva che mi distrusse davvero, tanto che quando il bambino ebbe 8 anni, cercai (in seguito a 2 violenze sessuali fattemi dal mio e marito) + volte di morire.

Quindi iniziò il mio calvario fatto di un lungo percorso di riabilitazione psichiatrica.

Ringraziando Dio oggi sto bene…

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