Docenti e ATA: sono 480mila gli over 50. Non si assume, "scuola sempre più vecchia". Anief: quasi mezzo milione solo di docenti che vengono stabilizzati e mandati in pensione sempre più tardi
- La Redazione

- 30 set
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"Tra i servizi pubblici e sociali (inclusi pubblica amministrazione, istruzione, sanità) si registra una forte presenza di lavoratori over 50, con prevalenza di ... "

Tra i servizi pubblici e sociali (inclusi pubblica amministrazione, istruzione, sanità) si registra una forte presenza di lavoratori over 50, con prevalenza di contratti a tempo indeterminato: lo scrive il CNEL, nel segnalare che nel secondo trimestre 2025 il Cnel l’occupazione totale in Italia raggiunge 24,2 milioni, con un aumento di 226 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2024, con aumento contestuale del tasso di occupazione che arriva al 62,7 %.
Il sindacato Anief fa notare che il dato pubblicato in queste ore dal CNEL non è purtroppo sorprendente: basta ricordare che sempre la stessa giovane organizzazione sindacale alcuni mesi fa ha calcolato che oggi in Italia i docenti con almeno 50 anni di età anagrafica sono ormai oltre 480mila: il numero deriva dai 685.000 posti di insegnamento su cattedra comune e agli oltre 220.000 di sostegno agli alunni con disabilità, di cui oltre 100mila in deroga e quindi perennemente destinati a supplenza.
“Quella di svecchiare il comparto scuola è una richiesta che portiamo avanti da tempo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief –: occorre approvare interventi a favore degli insegnanti sempre più sottoposti alle patologie da burnout e introdurre per i dipendenti della scuola lo stesso trattamento dei lavoratori delle forze armate, dove si lascia il lavoro a 60 anni, considerando che è ormai scientificamente provato che lavorare nella scuola è iper-stressante e comporta sempre più burnout professionale.
La verità è che i docenti devono avere la possibilità di lasciare il lavoro anticipatamente, senza un euro di decurtazione sull’assegno di pensione, quindi attorno ai 60-62 anni anziché agli attuali 67. Ciò permetterebbe sia di ridurre costi sociali, sia di svecchiare il corpo docente dei nostri alunni ormai più vecchio del mondo. Ben venga, allora, la proposta Bucalo, in esame a Palazzo Madama, che, anche grazie al riscatto agevolato della laurea, permetterebbe ai lavoratori della scuola di uscire assai prima dal lavoro”.
Secondo Pacifico, inoltre, “le colpe dell’eccessiva presenza di insegnanti over 50 vanno ricondotte alla precarietà di Stato che ogni anno scolastico produce oltre 200mila supplenze almeno fino al termine delle lezioni e porta ad assumere in ruolo i precari in età avanzata, ignorando colpevolmente l’immissione in ruolo automatica dopo 36 mesi prevista dall’Ue. Così, ci ritroviamo con almeno il 25% delle oltre 900mila cattedre esistenti in Italia assegnate a docenti precari: se pensiamo che nel 2015-16 il numero dei docenti precari si attestava al 13,8% è chiaro che gli attuali sistemi di reclutamento (orfano del doppio canale) e di pensionamento (privo di deroghe per la scuola) devono essere urgentemente rivisti”, conclude il leader dell’Anief.
di LA REDAZIONE
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Salve sono un ex Assistente Amministrativo e adesso lavoro come Assistente Tecnico di ruolo negli Istituti Comprensivi.
Questi signori invece di pensare a queste cose che non cambieranno mai e che hanno solo peggiorato, dovresbbero pensare ad altre questioni più importanti.
Ad esempio noi assistenti tecnici che lavoriamo nei comprensivi siamo costretti a girare 6 o più scuole a settimana, ed ogni scuola con 3-5-8-10-14 plessi dove ormai la tecnologia è presente alla pari delle superiori, dobbiamo dedicare soltanto 6 ore o anche meno alla settimana ad una scuola cosa che diventa quasi inutile e non si ha il tempo di risolvere i problemi ormai giornalieri.
Si dedicassero a farci avere al massimo 2 scuole da gestire, in modo da…