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Galimberti:"La noia è la scintilla della creatività.I bambini non hanno più tempo di annoiarsi, e quindi di inventare, essendo sollecitati al di là di ogni misura. Occorre restituire loro la fantasia”

“La noia è fondamentale nei bambini. Se ti annoi, inventi. Se invece sei pieno di cose, non inventi niente…”

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Le nuove generazioni, nate in un mondo fortemente interconnesso e digitalizzato, hanno sempre più bisogno di essere ascoltate, comprese, così da garantire loro un adeguato supporto emotivo, presupposto imprescindibile per una crescita sana e consapevole.

Il disagio giovanile, infatti, continua ad aumentare esponenzialmente anche e soprattutto a causa di genitori molto fragili che non accettano gli inciampi dei propri figli, considerando ogni insuccesso come un fallimento e non come un’opportunità di crescita e di riscatto.

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I bambini, infatti, sin da piccolissimi, vengono sottoposti ad un’infinità di stimoli e non hanno più a disposizione del tempo libero; vengono privati, dunque, della possibilità di annoiarsi.

A tal fine il filosofo, saggista e psicoanalista Umberto Galimberti in merito ha così dichiarato: “La noia è fondamentale nei bambini. Se ti annoi, inventi. Se invece sei pieno di cose, non inventi niente. La noia è la precondizione della creatività. I bambini non hanno più il tempo di annoiarsi, e quindi di inventare, e quindi di essere in rapporto con se stessi, e sono sollecitati al di là di ogni misura. Allora quando tu hai più stimoli rispetto a quelli che riesci a contenere, hai due strade: o vai in angoscia, oppure abbassi la percezione degli stimoli, cioè diventi psicoapatico. Gli stimoli non ti dicono più niente”.

Il messaggio dello psicoanalista appare nitido e cristallino: i bambini sono così impegnati nelle attività organizzate appositamente e scrupolosamente dai loro genitori che non hanno più tempo per annoiarsi, e quindi non riescono a trovare soluzioni ai loro problemi, non dovendo applicarsi per sperimentare fantasia ed immaginazione.

“I bambini si divertono con i giochi che inventano loro”, continua il filosofo Umberto Galimberti, “ma per inventare un gioco bisogna innanzitutto non averne e, in secondo luogo, sperimentare la noia”.

Ecco allora che la noia deve essere intensa non in senso negativo ma anzi in senso positivo: un bambino annoiato sarà in grado di sperimentare adeguatamente la propria creatività, fantasia ed immaginazione.

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Nei momenti di noia, infatti, il bambino potrà iniziare a trovare delle soluzioni ai problemi, attingendo alla sua capacità creativa, generando nuove idee e permettendo alla propria mente di elaborare nuovi stimoli; solo in tal modo, dunque, imparerà a pensare in modo critico e a prendere decisioni da solo, senza affidarsi agli adulti di riferimento o ai dispositivi digitali.


Restituiamo, pertanto, ai bambini il loro tempo così che possano tornare a giocare, a divertirsi, sperimentando creatività ed estro, fantasia ed immaginazione, imparando a gestire in autonomia gli spazi vuoti, ricercando strategie utili grazie alle quali poter trasformare la noia in un fondamentale e straordinario strumento per lo sviluppo delle abilità cognitive, imparando a conoscere se stessi ed i propri interessi senza eccessivi stimoli dall’esterno.

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di VALENTINA TROPEA

EDUCAZIONE
E CULTURA

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