Crepet: "Cosa può fare un genitore per rafforzare l’autostima di un figlio? Un gesto semplice che costruisce sicurezza, complicità e una relazione che sostiene la crescita emotiva del bambino"
- La Redazione

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“Un gesto semplice che costruisce sicurezza, complicità e una relazione tra genitore e figlio capace di sostenere davvero la crescita emotiva del bambino...”

Nella formazione e nell'educazione dei più giovani, spesso, ci si dimentica della funzione e dell'importanza del gioco, soprattutto in relazione al ruolo che esso riveste nella comunicazione con gli altri e nel processo di apprendimento.
Ebbene, tale aspetto è stato oggetto di rilevanti spunti di riflessione da parte del sociologo e psichiatra italiano Paolo Crepet, il quale sostiene che "il gioco è affettività, relazione, combinazione e completamento della personalità. Non è una esagerazione affermare che con il gioco si può imparare tutto quel che serve durante la crescita e per la vita di adulti. Giocando, si interiorizzano le regole, i confini fra noi e gli altri. Il gioco non richiede particolare preparazione: è un'attività semplice da esperire singolarmente o collettivamente, in qualunque luogo e in qualsiasi momento".
Dunque, emerge chiaramente come il gioco, nonostante la sua finalità ludica e di svago, svolge una funzione propedeutica alla crescita, al discernimento, alla formazione della personalità dei più piccoli. Infatti giocando si apprendono le regole da rispettare, i limiti entro i quali agire ed i valori stessi che permeano l'esistenza umana.
Si tratta dei primi passi che i più giovani muovono all'insegna di un'esistenza che privilegi l'autodeterminazione anziché l'anarchia. Attraverso il gioco si sviluppa l'immaginazione, si dà voce alla propria personalità, si asseconda l'inclinazione naturale dei bambini e, allo stesso tempo, si agisce nel rispetto dei termini e delle regole.
I giochi a cui si riferisce Paolo Crepet sono quelli dell'infanzia, non la tecnologia o il mondo del virtuale, bensì la semplicità dei giochi del passato che i genitori sono chiamati a rispolverare ed impartire ai propri figli coinvolgendoli per riscoprire i valori della condivisione, all'aria aperta ed a contatto con la natura.
Il noto psichiatra, inoltre, sottolinea: "Il gioco è la prima modalità di comunicazione fra genitori e figli. È anche uno dei processi più efficaci per veicolare l'esempio. Il gioco è una cosa seria: necessita impegno, passione e capacità di saper gestire la propria libertà".
Ecco allora l’importanza per i bambini di giocare con gli adulti di riferimento così da instaurare con quest’ultimi un rapporto di vera complicità.
Per raggiungere tale scopo, tuttavia, è necessario che i genitori si rapportino ai figli dedicando loro il tempo necessario, ritornando essi stessi bambini e sperimentando con i più piccoli i giochi della loro infanzia, improntati alla semplicità, alla scoperta ed al divertimento reciproco.
In tale ottica, secondo Crepet, occorre soffermarsi sul concetto di semplicità, poiché occorre "ritrovare la semplicità dei giochi del passato, quelli svolti all'aria aperta, nel cortile sotto casa. Sporcandosi le mani, creando qualcosa che c'è solo nella nostra testa. Forse non è un'idea molto futuribile di questi tempi iper tecnologici, ma è sicuramente auspicabile".
Pertanto, occorre da parte dei genitori e delle istituzioni scolastiche la profusione del massimo impegno affinché le moderne generazioni possano recuperare un mondo fatto di valori e di scambi interpersonali e non soltanto basato sul virtuale, sui social media, anche imponendo loro dei limiti nell'uso della tecnologia.
Ogni genitore, dunque, attraverso il gioco, imparerà a guardare il mondo con gli occhi di suo figlio, così da comprendere fino in fondo quali siano le sue passioni, le sue attitudini, e soprattutto i suoi bisogni. Questa particolare complicità e connessione permetterà ad un genitore di instaurare un rapporto speciale con suo figlio, garantendo a quest’ultimo una crescita sana e consapevole.
di VALENTINA TROPEA






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