Tupini: “I giovani di oggi sono i giovani di sempre, sono l’effetto dei loro genitori, dei loro nonni, sono quello che la famiglia gli ha dato. Quello che c’è oggi è frutto di ciò che c’era ieri"
- La Redazione

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Ma i giovani di oggi sono i giovani di sempre, hanno mezzi diversi ma sono sempre quelli. La gente è quella. E non invocate il passato perché il passato ci ha portato...

“I giovani di oggi sono i giovani di sempre, hanno mezzi diversi ma sono sempre quelli” è con questa frase che è intervenuta Gabriella Tupini, psicologa del web, su un tema ricorrente. Spesso sentiamo dire da generazioni più adulte che i “giovani d’oggi” non sono abbastanza intraprendenti, decisi, determinati, che hanno valori labili e che credono poco nei rapporti.
L’esperta a tal proposito spezza una lancia a favore di questa generazione e indaga sui motivi per i quali gli adulti ne parlano male: “Ogni generazione parla male della generazione passata. Io sento gente di 50 anni che dice: “ ai miei tempi era diverso, questi non sanno stare se non stanno col telefonino, non è possibile…”. Come dichiara l’esperta queste critiche sono abbastanza comuni ma celerebbero dietro un'insoddisfazione quasi personale: “ Ogni generazione ha criticato quella successiva. Ogni generazione ha dovuto dire che la sua generazione era migliore. I miei genitori hanno criticato la mia generazione, la mia generazione ha criticato la generazione successiva, cioè ognuno ha criticato l'altro perché deve dimostrare che loro sono migliori. Allora “i giovani di oggi” è la frase ferale ”.
Queste parole, secondo Tupini, nascondono l’incertezza, la paura, il dubbio di non essere stati in grado di dimostrare di essere migliori. Inoltre, se ci soffermiamo a riflettere, possiamo anche vedere cosa il passato ci ha lasciato in eredità come guerre catastrofiche e conflitti mondiali, afferma l’esperta:
“I giovani hanno mezzi diversi ma sono sempre quelli. La gente è quella. E non invocate il passato perché il passato ci ha portato le guerre, questo “magnifico passato” non c'è mai stato”. Parlare poco bene delle generazioni future è come parlare male anche delle generazioni passate, perché quello che c’è oggi è frutto di ciò che c’era ieri. I giovani sono l’effetto, il risultato dei loro genitori, dei loro nonni: “I figli di oggi sono quello che gli hanno dato i loro genitori, non sono spuntati dalla terra, sono spuntati dai genitori, sono quello che la famiglia gli ha dato”. Un’altra verità silente e dolorosa per l’esperta è che “chi critica la generazione che viene dopo di lei non ama i giovani, non è disposto a lasciargli il posto, non rispetta i cicli”. “Quindi il conflitto generazionale è invidia per la gioventù e c'è dietro un'illusione mentale condizionata, cioè che la nostra gioventù era meglio e quindi meritava di più”.
Secondo Tupini dietro questo rancore e risentimento verso i ragazzi c’è un’invidia velata, l’invidia per un tempo passato che non può più tornare ma che, con consapevolezza di ciò che non può più dare, può lasciare l’esempio e il ricordo. La generazione passata e quella futura sono due facce della stessa medaglia, entrambe sono necessarie, si completano e hanno bisogno l’una dell'altra. I giovani hanno bisogno di linee guida che solo l’esperienza degli anziani è in grado di dargli con fermezza e fierezza. Mentre, gli adulti hanno bisogno dei giovani per stare al passo col tempo, per non sentirsi disorientati in un mondo che corre veloce, un mondo che ha bisogno di passi giovani per andare avanti.
di NATALIA SESSA






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