Tamburello:"È nella dolcezza e nel silenzio che emerge il potenziale umano, quello che ci permette di vedere le cose nella giusta luce. Scopriamo insieme le 4 regole ci propone l'esperto "
- La Redazione

- 8 ore fa
- Tempo di lettura: 4 min
“Nella zona di benessere, di conforto, dove noi siamo più al sicuro, pensate, dove siamo più al sicuro c’è proprio la minaccia più grande” di non riuscire a vedere il “potenziale umano ”...

“La vera potenzialità di ogni essere umano” secondo Antonino Tamburello, psichiatra, psicoterapeuta e fondatore dell’Istituto Skinner a Roma, è a noi sconosciuta. Siamo in grado di fare molto di più di quello che immaginiamo ma solo se riusciamo a distogliere lo sguardo dalle ripetizioni, quelle azioni che svolgiamo ogni giorno come automatismi. A tal proposito l’esperto ci fornisce alcuni suggerimenti per tirare fuori il nostro meglio anche imitando il fare dei bambini, gli unici in grado di farsi guidare ancora dall’istinto. Ecco “quali sono i fattori che ostacolano l’espressione del nostro potenziale umano” e che potremmo sfruttare, invece, come risorsa per favorirla, secondo Tamburello:
LA RIPETIZIONE
Per l’esperto quando impegniamo “le nostre intelligenze, la nostra volontà, queste due facoltà straordinarie per assicurarci di poter rifare oggi, rifare stasera, rifare domani, rifare dopodomani, rifare sempre quello che noi amiamo”, in realtà stiamo commettendo un grande errore, non che non sia giusto occuparci delle nostre passioni, ma ripetere le stesse azioni non ci permette di spaziare e di scoprire magari altre potenzialità, migliori potenzialità. Infatti, “Nella zona di benessere, di conforto, dove noi siamo più al sicuro c’è proprio la minaccia più grande” di non riuscire a vederci nella nostra interezza. “Noi tutti abbiamo l’esperienza della parte positiva della ripetizione”, in quanto nel confrontarci nella nostra zona di comfort non rischiamo di sbagliare, ma è proprio ciò che dobbiamo evitare: “quando arriva una musichetta dentro di noi, quando arriva un segnale che ci fa sentire: carenza, disagio, tensione, insoddisfazione, altri segnali sia fisici sia psicologici”, è proprio in quel momento che occorre “un progetto speciale”.
IGNORANZA DELLE NOSTRE POTENZIALITÀ
Il secondo ostacolo alla nostra massima espressione è secondo Tamburello “l'ignoranza della nostra potenzialità”, a tal proposito dichiara : “Voi non avete idea di chi siete, questa è la verità”. Lo psicologo usa queste forti parole per creare un eco in noi, per farci comprendere che siamo molto di più, esistono anche le eccellenze, delle doti particolari ma “tutti noi siamo nati per essere veramente speciali, veramente eccezionali, veramente dei campioni”.
NON ESERCITARCI NEL PERFEZIONAMENTO DEL NOSTRO AGIRE
Il terzo fattore che ostacola le nostre potenzialità è non lavorarci, ovvero non “esercitarci nel perfezionamento del nostro agire o del nostro pensare”. Il pensiero, ciò che abbiamo capito poter fare nostro, dobbiamo anche farlo diventare azione, dobbiamo quindi "perfezionare il pensiero nell’agire". Inizialmente questo processo può sembrarci "drammatico" afferma Tamburello, ma col tempo riusciremo a familiarizzare sempre di più con questa nuova azione e pian piano diventerà nostra. Perché, afferma l'esperto, “il cervello cerca sempre di rispettare le vostre indicazioni” ma queste non devono essere cariche di giudizio, “si può perfezionare all’infinito nella dolcezza di accompagnamento".
DOLCEZZA
Infatti, il quarto ed ultimo fattore è proprio la “dolcezza”. Spesso ci capita di giudicarci e quelle parole silenti dentro di noi risuonano più di qualunque altre. Questo perché la persona più importante per noi stessi siamo proprio noi, e quando ci trattiamo male, quando ci offendiamo, quando non ci prendiamo cura di noi, allora sia la mente che il corpo avvertono che qualcosa non sta andando per il verso giusto. In questi casi occorre essere più indulgenti verso se stessi, più dolci e soprattutto silenti. Afferma l’esperto: “Noi possiamo salire in una compagnia della dolcezza dell'accompagnamento e salire nella silenziosità. Vi assicuro che è infinito il progresso che possiamo fare verso la mente silenziosa”.
Quindi dopo aver messo in moto il meccanismo per elevare le nostre potenzialità, occorre ricercare il silenzio, occorre zittire il pensiero negativo: “La dolcezza favorisce il progresso nella silenziosità mentale. Vuol dire che la mente non fa più commenti inutili, perché la realtà è davanti agli occhi. Non c'è bisogno di parole, né etichette e giudizi, ma una visione tutta intera, non separata”. Proprio come fanno i bambini “fino all'età di 7, 8 anni”. Dovremmo imparare da loro, dal loro agire prima che entrino a far parte della sfera adulta perché per loro: “ la vita è così, non ci sono commenti di parole. C'è una percezione totale, globale, intera, senza specializzazioni e senza filtri, senza frammentazione. È intera”.
“Tornare, quindi, al silenzio originario. All'assenza del commento, questo silenzio non vuol dire che non abbiamo poi anche un accompagnamento emozionale. Emozionale sì ma, rispetto anche alla nostra emozione, silenzio e non giudizio e non drammi. Perché non servono più i drammi quando noi vediamo le cose nella giusta luce”. In conclusione Tamburello ci vuole far capire che le nostre emozioni le dobbiamo osservare, riconoscere, interiorizzare ma non giudicare. Perché davanti ad una situazione che noi percepiamo negativa il giudizio inevitabilmente comporta un dramma, comporta ad enfatizzarla. Invece con dolcezza e silenzio riusciamo a vederla così com’è nella sua totalità, interezza e verità.
di NATALIA SESSA






.jpg)



















%20(2).jpg)
.jpg)





















Commenti