Crepet scuote la scuola: “Preferite un 6-- o qualcosa di magnifico? La passione vale più della preparazione”
- La Redazione
- 6 ore fa
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"A tal proposito, l’esperto racconta: “Una ragazza, di quelle con lo sguardo buono, non con la palpebra abbassata, mi dice: “Mi dica la verità, se lei fosse il mio professore, lei giudicherebbe la mia preparazione o la mia ...”

Il noto psichiatra e sociologo Paolo Crepet, durante una conferenza tenuta davanti a centinaia di ragazzi e docenti, ha riportato un dialogo avuto con una giovane studentessa, focalizzando l’attenzione su una domanda tanto semplice quanto cruciale: è più importante la meritocrazia o la passione nel sistema scolastico italiano?
L’esperto osserva che chiunque, d’istinto, risponderebbe: la passione. Quel sentimento innato che si accende dentro ognuno di noi e alimenta sogni e obiettivi, anche quando ci imbattiamo negli ostacoli del percorso. Tuttavia, secondo Crepet, il sistema educativo italiano valuta gli studenti quasi esclusivamente sulla base della loro preparazione, perché in essa si trova una presunta sicurezza. Per molti ragazzi, raggiungere una semplice sufficienza diventa l’unica vera ambizione, senza nemmeno la curiosità di affacciarsi da un’altra finestra, quella che potrebbe aprire prospettive nuove, capaci di sorprendere gli altri e, prima ancora, sé stessi.
A tal proposito, l’esperto racconta: “Una ragazza, di quelle con lo sguardo buono, non con la palpebra abbassata, mi dice: “Mi dica la verità, se lei fosse il mio professore, lei giudicherebbe la mia preparazione o la mia passione?” Bella domanda. Brava sei intelligente. Ce la farai. Però ti do una brutta risposta, la scuola giudica la tua preparazione, non la tua passione. E sai perchè? Perchè la passione non sai mai dove va a finire. E noi vogliamo controllare tutto. Noi preferiamo il 6 - - a qualcosa di magnifico. Ed è incontrollabile, perché la passione non sai mai dove va. È vero. Non puoi saperlo, devi inventarla. Devi stupire. “Stupire…Bellissimo.”
Ed è proprio da qui che dovrebbe partire una rivoluzione silenziosa ma potente: rimettere al centro la passione. Quella che non si insegna, ma si accende. Che non si misura, ma si riconosce. Una scuola davvero viva dovrebbe avere il coraggio di lasciare spazio all'imprevisto, all'entusiasmo, allo stupore. Perché è da lì, e solo da lì, che nascono i talenti veri: da occhi che brillano, da menti curiose, da cuori che non si accontentano del minimo indispensabile. La passione è l'unica cosa che, alla fine, ci salva dalla mediocrità. E la scuola dovrebbe esserne il primo custode.
di Natalia Sessa
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