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ADOLESCENTI IN VIAGGIO DA SOLI, ECCO COME CONTRASTARE L'ANSIA DEI GENITORI

Aggiornamento: 9 lug

Oggi gli adulti tendono a essere più fragili e ansiosi di quanto non fossero i nostri genitori, che si muovevano nell’ambito di una famiglia di tipo autoritario..."

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Con la chiusura degli esami di maturità molti studenti si riuniscono e decidono di partire per fare uno dei primi viaggi lontano dai genitori, contando solo sull’aiuto delle proprie forze e della propria auto-gestione. L’esperienza del viaggio di maturità è un’esperienza unica da vivere che resta impressa per tutta la vita.


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Questa avventura vissuta da figlio porta con sé emozioni contrastanti: paura ed eccitazione si mescolano per partire con la giusta carica, mentre i genitori inevitabilmente salutano i loro figli con ansia e timori.

"Oggi gli adulti tendono a essere più fragili e ansiosi di quanto non fossero i nostri genitori, che si muovevano in famiglie più autoritarie, con meno dialogo e affetto...", Spiega Margherita Fassari, psicologa dello sviluppo e dell’educazione. Il bisogno di controllare ogni aspetto della vita dei figli è aumentato, anche grazie alla facilità che abbiamo oggi con gli smartphone per tenerli sotto osservazione costante.


Tempo fa, anche io facevo parte di quella schiera di adolescenti che partivano per la prima volta da soli. Finita la maturità, con gli amici del liceo e un bagaglio al limite del trasportabile, salii su un traghetto diretto in Corsica.

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Ricordo la lunga fila davanti al telefono a gettoni per chiamare casa una volta a settimana, un quarto di paura e tre quarti di eccitazione: il sapore di quella prima libertà totale.

Oggi, lasciare che i ragazzi vivano questa esperienza è fondamentale per la loro crescita. Ma per noi genitori non è mai semplice: la preoccupazione nasce dal desiderio di preservarli dalla sofferenza, anche se sappiamo che le difficoltà capitano in vacanza come nel quotidiano.

Spesso il controllo eccessivo, più che rassicurare, peggiora le cose. I ragazzi percepiscono la mancanza di fiducia e possono sentirsi offesi o insicuri, convinti di non essere in grado di cavarsela da soli.

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Per questo è importante lasciare spazio alla loro autonomia: dire sì al viaggio ma non programmare ogni spostamento o telefonare a ogni ora, permette loro di prendere confidenza con l’indipendenza e l’autogestione.


L’adolescenza è anche il tempo della ribellione e della scoperta di sé, il momento in cui i ragazzi cercano di capire chi sono e cosa vogliono, allontanandosi un po’ dai genitori. È normale e salutare che lo facciano, e chi non riesce a farlo rischia di rivolgere verso se stesso la tensione accumulata.

Per questo è fondamentale stabilire insieme regole e limiti chiari, creare un rapporto di fiducia reciproca e trovare un equilibrio nel modo di comunicare durante il viaggio. Ad esempio, si può concordare di sentirsi ad orari prestabiliti, in modo che i ragazzi possano assumersi responsabilità senza sentirsi soffocati.

In questo modo, la distanza diventa uno spazio in cui possono crescere, sperimentare, sbagliare e imparare. E noi genitori possiamo imparare a fidarci di loro, sapendo che se avranno bisogno, saranno loro stessi a cercarci.

di NATALIA SESSA

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