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Pellai: "La pazienza di un genitore custodisce amore e ricordo, cuore dell’educazione che aiuta i bambini a crescere rispettando i propri tempi e riscoprendo lentezza e cura reciproca"

“Un genitore paziente è colui che sa sostare in una zona sospesa, rispettando il ritmo e i tempi del bambino ed evitando di chiedergli di camminare secondo quelli degli adulti…”

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In una società come la nostra, nella quale tutto scorre velocemente all’insegna dell’efficienza e della produttività, appare difficile comprendere fino in fondo il significato educativo dell’attesa. A tal proposito Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano, ha espresso il suo pensiero in tal modo: “L'attesa è la sospensione del desiderio.

La sua radice è il desiderare, che è uno dei percorsi fondamentali nei primi anni di vita di un bambino. Semplificando, l'età evolutiva è un'età desiderante, in cui c'è molto di incompiuto e in cui tutto va preparato perché deve ancora avvenire. In questo tempo così rapido e istantaneo, dentro il concetto di attesa vedo un valore che contrasta la cultura tanto diffusa del ‘tutto subito’”.

Dunque nei primi anni di vita il bambino dovrà sperimentare l’attesa, accrescendo il proprio desiderio ed opponendosi così ad un tempo estremamente rapido e istantaneo.

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Diverso dall’attesa è invece il concetto di lentezza. “La lentezza è un altro concetto molto importante nell'età della crescita. Dentro la dimensione della lentezza, che è funzionale a quella del desiderio, c'è un ritmo più adeguato ai bisogni dei bambini che effettivamente non amano le accelerazioni.

I bambini e le bambine si trovano molto meglio nel territorio della lentezza: hanno un modo diverso di sostare dentro le cose, hanno ancora quella capacità di consumare le esperienze piano piano, con calma. È proprio la lentezza che scrive nelle loro menti gli apprendimenti: fornire troppe sollecitazioni, sovraccaricare i bambini li eccita, ma è il contrario dell'insegnamento, che poggia sulla ricezione di uno stimolo alla volta. Il pedagogista Jean Piaget sosteneva che il bambino deve avere il tempo di accomodare e assimilare gli stimoli dentro di sé, facendoli diventare forma mentis e contribuendo a costruire da essi la sua eventuale visione del mondo”, queste le significative parole dello psicoterapeuta dell’età evolutiva.

Pertanto occorre evidenziare come nell’età della crescita i bambini abbiano un loro tempo per assimilare gli apprendimenti: non bisognerà, dunque, sollecitarli o sovraccaricarli oltremodo ma basterà permettere loro di vivere l’età evolutiva secondo il proprio ritmo e senza accelerazioni.

Dunque ogni genitore potrà imparare a fermarsi e ad avere pazienza.

“La pazienza è il più bel regalo che un genitore può fare al proprio figlio. Un genitore paziente è colui che sa sostare in una zona sospesa, rispettando il ritmo e i tempi del bambino ed evitando di chiedergli di camminare secondo quelli degli adulti. La pazienza è una componente indispensabile della relazione educativa fra il genitore e chi sta crescendo”, così come ci spiega con grande forza e determinazione Alberto Pellai.

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Tuttavia essere pazienti appare oggi molto difficile: siamo, infatti, da una parte fortemente orientati all’obiettivo e dall’altra ci è richiesto di essere anche multitasking, in grado cioè di svolgere più azioni contemporaneamente. 

Ed allora come si può insegnare ad un bambino ad essere paziente?

Imparando ad aspettare con lui. Accompagnandolo nell'attesa. La natura, per esempio, ci offre un'ottima occasione: l'alternarsi delle stagioni, la semina, il raccolto. E, ancora, le foglie che cadono. Momenti che non possono essere accelerati e che si possono osservare insieme. Magari prendendosi cura di una pianta, dal seme gettato in un vaso di terra fino alla crescita del germoglio”: questo quanto consigliato dallo psicoterapeuta per poter vivere serenamente e secondo il proprio ritmo. Un genitore paziente, dunque, sarà in grado di accompagnare suo figlio nell’attesa, rimanendo al suo fianco ed insegnandogli a scandire il tempo, assaporando e valorizzando ogni attimo con grande intensità e senza inutili accelerazioni.

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di VALENTINA TROPEA

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