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Recalcati: “Il bravo maestro fa innamorare i suoi allievi, trasformandoli in amanti del sapere; assomiglia ad una corrente di aria fresca, ossigeno grazie al quale tenerli svegli"

L’insegnamento autentico avviene quando il maestro impara mentre insegna, generando ispirazione e non mera…

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“In un maestro il sapere non nasce dalla semplice erudizione ma da qualcosa che preme. Se il suo punto di enunciazione è astratto, cioè separato da questa pressione, la sua parola risulterà vuota, priva di ardore, non convincente. Qualcosa mi preme e mi costringe a pensare in modo nuovo e impensato ciò di cui parlo, mi costringe a cercare ciò che ignoro più che ciò che so già”, queste le meravigliose parole attraverso le quali lo psicoanalista e saggista italiano Massimo Recalcati inizia la sua splendida disamina.

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Dunque occorre evidenziare come il vero maestro sia soltanto colui a cui preme ciò di cui parla: pertanto potrà parlare in modo convincente e credibile solo di ciò che lo incalza.

“Mi preme nel senso che mi interessa, mi coinvolge e mi ingaggia, ma anche preme come una forza, una spinta, una urgenza che mi coinvolge e che non posso ignorare”, in tal modo lo psicoanalista spiega molto dettagliatamente come il discorso del maestro si differenzi da quello che Lacan definisce come discorso dell’Università, ovvero “un discorso fatto di continue citazioni, di riferimenti eruditi, dunque di un sapere duplicato che anziché generare un sapere nuovo, o un sapere capace di produrre degli effetti di soggettività, si limita solo a conservare e a riciclare il sapere già saputo”.

Pertanto un maestro è riconosciuto tale solo dai suoi allievi, ovvero da coloro che ascoltano la sua parola. L’insegnante, infatti, trasforma quello che già sa in qualcosa di nuovo innanzitutto per se stesso. Non si tratta, dunque, di una mera ripetizione ma piuttosto si tratta di generare una differenza inattesa.


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“Se in ogni maestro la parola acquista un peso, se non è mai vuota, se non è disancorata dalla vita è perché essa parla di ciò che più lo preme, di ciò che più gli preme”, così come ci spiega molto accuratamente Massimo Recalcati. Ecco allora che l’insegnamento autentico avviene quando il maestro impara mentre insegna, generando ispirazione e non mera ripetizione. “Un maestro che insegna in una scuola è sempre ‘anti-scolastico’.

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La sua attività si svolge dentro un’istituzione scolastica ma il maestro non è mai scolastico, assomiglia ad una corrente di aria fresca che spalanca le finestre”: in tal modo lo psicoanalista conclude la sua profonda riflessione, lasciandoci senza fiato.

Dunque “l’istituzione scolastica tende a chiudere le finestre, a rendere l’aria pesante, irrespirabile a volte, le teste degli allievi cadono supine sui banchi ed i maestri non si accorgono e vanno avanti a fare lezione”.

Il maestro degno di questo nome, invece, è aria fresca e riesce a svegliare, a carpire l’attenzione dei suoi allievi, grazie alla sua parola che non è mai vuota o disancorata dalla vita ma una parola che illumina, chiarifica senza abolire le ombre, dilata l’orizzonte ed accende l’attenzione.


di VALENTINA TROPEA

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