Lucangeli: “L’insegnante che incoraggia fa la differenza, trasforma la paura in coraggio, la noia in curiosità e l’errore in un ponte verso l’apprendimento”
- La Redazione
- 7 ore fa
- Tempo di lettura: 3 min
“Un viaggio tra emozioni e apprendimento: Daniela Lucangeli mostra come l’incoraggiamento liberi mente e cuore di ogni studente, promuovendo un ottimismo prospettico…”

Il ruolo svolto dalle emozioni nell’apprendimento è davvero cruciale ed ecco allora che entra in gioco la nostra intelligenza emotiva, cioè la nostra capacità di percepire, comprendere, valutare e gestire le nostre emozioni.
Ma come potremmo descrivere in maniera corretta le emozioni?
“Sono stati mentali e fisiologici che agiscono e condizionano le persone. Sono associati a modificazioni psicofisiologiche per stimoli interni – battito cardiaco, salivazione, temperatura, rossore – ed esterni – pensieri, rumori o altro che generano paura o ansia e possono venire perché sono caratteristiche dell’indole delle persone ma possono anche essere state apprese. Quindi fanno parte della memoria, come la lingua che si parla, come gli studi che si fanno a scuola.
Il dolore ad esempio nasce per avvertirci di un fattore di rischio, la sofferenza è invece la memoria del dolore sia a livello psichico che cellulare. Ma queste emozioni come possono bloccarci? Succede che, a un certo punto, anziché funzionare da circuito di aiuto, le emozioni vanno in cortocircuito disfunzionale. Cioè diventano elementi che non ci consentono di funzionare bene. Avviene quello che noi chiamiamo il cortocircuito emozionale: le emozioni generano una sofferenza tale per cui si entra in un rischio e ci si blocca.
Così molti dei disturbi del comportamento e dell’umore nascono da emozioni che generano forte sofferenza non identificata bene dal contesto educativo”, in tal modo Daniela Lucangeli, stimata scienziata e docente di Psicologia dello sviluppo all'Università di Padova, ci spiega molto dettagliatamente il ruolo svolto dalle emozioni nella nostra esistenza. Si pensi, ad esempio, ad alcune emozioni negative come la noia, la colpa e la paura.
Si prova paura quando il cervello percepisce un rischio mentre la colpa nasce perché chi giudica attribuisce a chi è giudicato l’unica responsabilità dell’errore.
Ed allora gli educatori cosa possono fare?
Occorre far riferimento alle emozioni antagoniste: alla noia si contrappone la gioia, l’allegria. Alla paura si contrappone l’incoraggiamento: cioè un atteggiamento che riconosce l’errore, ma propone una via d’uscita e ti incoraggia ad analizzare la situazione.
Molto importante, pertanto, sarà l’alleanza educativa.
“Dobbiamo aiutare i nostri figli/alunni a togliere gli errori, a non giudicarli, a non determinare loro sofferenze e trovare insieme una strategia migliore per aiutarli. L’errore non è un giudizio, è una fatica che si toglie insieme a chi è lì per aiutarti: sappiamo tutti che il nemico è l’errore, non la maestra, non i genitori”, questo quanto proposto dalla docente di Psicologia dello sviluppo per trasformare l’errore in un’opportunità di apprendimento.
Dunque il maestro gioioso, allegro e sorridente che non giudica ma incoraggia fa la differenza tra ciò che un bambino può fare da solo e ciò che può fare se aiutato bene.
Ogni bambino deve riacquistare il diritto di sbagliare ed occorre che genitori/figli ed insegnati/allievi si alleino contro l’errore, promuovendo un ottimismo prospettico: “noi siamo stati educati all’idea che è difficile modificare le cose che non vanno. Per modificare l’atteggiamento emotivo, non si può far a meno di reimparare le emozioni warm, calde, perché sono le chiavi di accesso all’anima, alla persona viva e profonda”, queste le significative parole di Daniela Lucangeli grazie alle quali comprendere l’importantissima funzione svolta dal magister nel processo di apprendimento di ogni allievo.
di VALENTINA TROPEA






.jpg)


















%20(2).jpg)
.jpg)


















