Crepet: “La scuola deve insegnare la vita. Solo chi esce dalla classe e sbaglia capisce davvero qual è la strada giusta da seguire.”
- La Redazione

- 19 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 22 ott
“Per Crepet gli insegnanti devono rompere i vecchi schemi e far vivere agli studenti esperienze reali, non solo voti...”

Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, in un suo recente intervento si discosta per un attimo dal mondo dei genitori e figli per ritornare su un altro importante argomento, ovvero, l’importanza dei maestri per gli studenti. Ma come dovrebbero essere i docenti e cosa dovrebbero fare per gli alunni secondo l’esperto?
Crepet a tal proposito non ha dubbi nell'affermare che è una necessità la presenza di maestri “eretici, cioè quelli che pensano in maniera diversa da te”, maestri fuori dalle righe, stravaganti, che abbandonino i vecchi schemi d’insegnamento. Maestri con un approccio più concreto che preparino davvero alla vita. Continua l’esperto: “Io non sono per i divieti. Io farei fare due ore alla settimana di danza a scuola, di rapporto con il corpo. Dire agli alunni: adesso parla per un quarto d’ora con i tuoi compagni, di quello che vuoi ”.
Più volte Crepet ha trattato la mancanza della rete di rapporti sociali in questa generazione. Le attività dei docenti dovrebbero essere volte alla scoperta dell’individuo, ai rapporti tra compagni di classe, alla socializzazione e alla condivisione di interessi. Non dimenticandosi delle valutazioni, che secondo l’esperto, sono molto importanti per la preparazione di un giovane, a tal proposito aggiunge: “È una cosa così sexy prendere due, tre, è una cosa liberatoria. Io sono stato molte volte, ma moltissime volte, cacciato fuori dalla classe e facevo amicizia col bidello, con questa gente qua, perché scoprivi un mondo”.
Ricordando un aneddoto di vita personale Crepet dichiara che le volte in cui lui stesso è stato cacciato fuori dalla classe, sono state opportunità che lo hanno portato alla scoperta di altri luoghi, altre persone. “Quando uno incontra una persona speciale nella vita si chiama fuoriclasse, perché sei stato fuori dalla classe. Se stai fuori vedi dentro. I ragazzi devono essere anche fuori da una classe”. Gli studenti, non hanno solo bisogno di nozioni, libri, penne e quaderni, elementi imprescindibili per l’apprendimento ma hanno la necessità di scoprire anche un altro aspetto di vita scolastica che è quella più vicina alla vita reale, nel quale uno studente diventa consapevole della pluralità di mondi che esistono al di fuori della scuola.
“Se stai fuori vedi dentro”, questa profonda frase dell’esperto, ci fa capire che per scoprire ciò che sono le persone, cosa hanno dentro, gli studenti devono “stare fuori”, devono mescolarsi alle esperienze di vita di adulti, dei loro coetanei, di simili e dissimili , solo così potranno dirsi uomini liberi capaci di scegliere autonomamente. Per prepararsi alla vita occorre che capiscano che l’empatia, la sensibilità, l’accoglienza e l’accettazione sono elementi alla base dei rapporti umani.
Viviamo sotto giudizio in maniera costante, tutto deve essere esteticamente bello, perfetto, impeccabile. Ma la vita che appare perfetta non è autentica. La valutazione ha senso solo se dietro c’è stato un sacrificio, una battaglia, se si è creduto in ciò che si è fatto, se hai un po’ di timore che la valutazione sia negativa. È lì che si concentra la vita, è lì che si concentra ciò che i ragazzi sono e ciò in cui credono, nelle emozioni vissute un attimo prima della valutazione.
di NATALIA SESSA






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