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Recalcati: “Dialogare con un figlio è impossibile quando il genitore vuole condizionarlo. L’amore nasce nella differenza, non si può condividere tutto”

Il dialogo tra genitori e figli funziona quando non si fonda sulla volontà di condizionare: l’ascolto autentico vive nella differenza, non nel controllo.

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“Dialogare con un figlio è impossibile, il dialogo non modifica di una virgola il comportamento dei figli e poi il genitore non dialoga, ma condiziona. È interessato a modificare la vita del figlio secondo la sua idea di cosa dovrebbe essere una vita” è con queste forti parole che Massimo Recalcati, psicanalista e saggista, interviene su un argomento delicato quanto intenso: il dialogo tra un genitore e suo figlio. 

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Lette in maniera fugace le sue parole potrebbero contrariare il parere di molti genitori. Ma se andiamo oltre, possiamo notare come in realtà nascondono per loro, un consiglio preziosissimo, sul quale costruire un dialogo sano, che nasce quando nessuna delle due parti vuole sovrastare o modificare il pensiero dell’altra, ma entrambe consapevoli di questo, lo accettano e lo accolgono pur non condividendolo. Tendenzialmente un genitore, secondo l’esperto, cerca il confronto con il figlio quando vuole replicare ad un pensiero o comportamento avverso, infatti, l’esperto utilizza il termine “condiziona”, cerca di modificarlo.

Il concetto principale sul quale dovrebbero fare leva gli adulti è che il loro modo di pensare si è plasmato sulla base delle esperienze che hanno avuto la possibilità di vivere, la stessa possibilità che va data di diritto anche ai loro figli.  In questa prospettiva possiamo distinguere i figli in due macro gruppi. Da un lato abbiamo chi mosso dal senso di gratitudine, di riconoscenza, ma anche dal senso di “debito” verso i genitori riesce a farsi realmente condizionare. E chi invece possedendo una personalità più solida e fondata difficilmente si farà andare bene il consiglio dei genitori, creando in questo modo il più sano dei conflitti.

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A tal proposito afferma l’esperto: “Il dialogo invece dovrebbe essere paritario e questo vale anche per le coppie. Quali sono le coppie che sanno durare nel tempo?”. Secondo l’esperto, quando due individui comunicano, entrambi, devono mettersi nella condizione di stare sullo stesso livello, sullo stesso grado. In modo che il pensiero di uno non venga sminuito o minimizzato dall’altro. Bisogna creare uno spazio neutrale nel quale, “le mie idee” e “le tue idee” sono importanti allo stesso modo.

“Nell'amore c'è una condizione fondamentale, non dialogare, cioè non pensare di condividere tutto”. L'esperto afferma che così come nell’amore di coppia anche nel rapporto tra genitore e figlio, due condizioni fondamentali sono: non conoscere tutto dell’altro e non condividere gli stessi pensieri, perché è proprio quel velo di mistero e di contrasto che tengono in vita il fuoco del rapporto, infatti :“Noi amiamo il figlio veramente quando lo amiamo nella sua differenza, non quando ci assomiglia. E anche nelle coppie. Le coppie che tendono ad assomigliarsi, sono le coppie che poi funzionano sulla base dell'illusione. Nella condivisione invece bisognerebbe condividere proprio il fatto che è impossibile condividere tutto”, conclude Recalcati. 

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di NATALIA SESSA

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