Pensioni Gennaio 2026: ecco il calendario dei pagamenti. Come variano gli importi grazie alla rivalutazione e alle addizionali regionali e comunali? Scopriamolo insieme
- La Redazione
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Pensioni Gennaio 2026: il primo aspetto sul quale soffermarsi è quello riguardante il calendario dei pagamenti...

Con riferimento alle pensioni per il mese di Gennaio 2026 occorre innanzitutto evidenziare quali saranno le principali novità sugli importi, anche e soprattutto in stretta relazione agli adeguamenti legati all’inflazione, alla ripresa delle trattenute fiscali sospese a dicembre ed al conguaglio Irpef sull’anno precedente che verrà effettuato dall'Inps.
Si tratta, infatti, di fattori che possono far variare sensibilmente l'assegno mensile.
CALENDARIO DEI PAGAMENTI
Il primo aspetto sul quale soffermarsi è quello riguardante il calendario dei pagamenti.
Si ricordi, a tal fine, che il 1° Gennaio è giorno festivo e quindi il pagamento scatterà da sabato 3 gennaio per chi ritira la pensione presso Poste italiane, mentre per chi riceve l’accredito sul conto corrente bancario l’attesa sarà un po' più lunga: il pagamento scatterà dal 5 gennaio, primo giorno lavorativo utile.
Con riferimento a Poste Italiane, coloro che si recheranno direttamente presso gli sportelli postali presenti sul territorio nazionale per ritirare in contanti la propria pensione dovranno rispettare il calendario predisposto in base alle lettere iniziali dei cognomi:
A - B: sabato 3 gennaio (solo mattina)
C - D: lunedì 5 gennaio
E - K: mercoledì 7 gennaio
L - O: giovedì 8 gennaio
P - R: venerdì 9 gennaio
S - Z: sabato 10 gennaio (solo la mattina)
Il pagamento in contanti è ammesso solo per gli importi complessivi fino a 1.000 euro netti; per gli importi di pensione superiori a 1.000 euro netti, l’interessato è tenuto a comunicare all’INPS l’IBAN dell’ufficio pagatore (istituto bancario, Società Poste italiane S.p.A., sportello estero, ecc.) per ottenere il pagamento della prestazione.
RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI
A partire da Gennaio 2026 l’INPS ha disposto la rivalutazione dei trattamenti pensionistici, al fine di adeguarne gli importi all’aumento del costo della vita.
Per il 2026 il tasso provvisorio è fissato all’1,4%: un incremento di circa 14 euro per un assegno da 1.000 euro lordi mensili.
Tuttavia l’aumento pieno riguarda esclusivamente la parte di pensione fino a quattro volte il trattamento minimo Inps (l’importo base fissato dallo Stato). Superata quella soglia, la rivalutazione si riduce progressivamente.
Per coloro, invece, che ricevono importi molto contenuti, oltre alla rivalutazione ordinaria, è previsto anche un intervento straordinario sui trattamenti minimi.
Nel 2026 il trattamento minimo dovrebbe aggirarsi intorno ai 611 euro mensili e, sommando i vari correttivi, il beneficio può arrivare a circa 100 euro nell’arco dell’anno.
CONGUAGLIO IRPEF
Nel mese di Gennaio, inoltre, è previsto il conguaglio Irpef, cioè il ricalcolo dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) dovuta in base a quanto effettivamente incassato nell’anno precedente.
Dunque nell'ipotesi in cui nel corso del 2025 il pensionato abbia ricevuto somme extra, come ad esempio arretrati o integrazioni, le tasse trattenute mese per mese potrebbero non essere state sufficienti. In questo caso l’Inps provvederà a recuperare quanto dovuto direttamente dalla pensione di gennaio: tal aspetto determinerà, pertanto, una riduzione dell'assegno pensionistico.
ADDIZIONALI REGIONALI E COMUNALI
Da Gennaio ripartono anche le addizionali regionali e comunali, trattenute che riducono l’importo netto percepito.
Non tutte le prestazioni, però, sono coinvolte.
Restano escluse le pensioni non imponibili, come ad esempio quelle di invalidità civile, l’assegno sociale e altre prestazioni esenti per legge, comprese alcune pensioni estere o quelle riconosciute alle vittime del terrorismo.
di VALENTINA TROPEA
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