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Leonardo e Paolo, due storie di bullismo che insegnano. "I docenti devono essere sempre presenti, vigilare costantemente, hanno doveri nei confronti di alunni e famiglie"

Leonardo e Paolo, avevano in comune una famiglia che li amava, dei genitori premurosi e dei bellissimi capelli biondi, nel 2025 non si può continuar a morire per colpa di chi ti fa...

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Il tema del bullismo è un tema ricorrente, soprattutto dopo gli ultimi episodi che hanno visto tragicamente morire piccoli studenti come Paolo (Leggi qui). Un nemico invisibile, fatto di sguardi, parole, gesti che inizialmente sembrano insignificanti ma che man mano prendono il sopravvento fino a creare odio, risentimento e disistima nella vittima. 

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Con questo articolo vogliamo farci portavoce di una madre che circa un anno fa ha perso suo figlio Leonardo, protagonista di una tragedia simile a quella di Paolo. Leonardo nell’ottobre del 2024 si è sparato con la pistola del padre ed è stato ritrovato senza vita in un casale di campagna. La madre al quotidiano “La stampa ” ha rilasciato un’intervista, le sue parole forti ed intrise di dolore non hanno lasciato scampo alle responsabilità della scuola, che secondo la donna, non avrebbe ben vigilato su quanto stava accadendo, queste le sue parole: “Quest’anno senza di lui è stato atroce. E ancora mi chiedo come abbiano fatto degli adulti a girarsi dall’altra parte. Dopo tutto questo tempo abbiamo ricevuto solo silenzio. Se i professori mi avessero chiamata, se qualcuno avesse lanciato l’allarme penso che mio figlio sarebbe ancora qui”.

La scuola, i docenti, gli insegnanti non possono più far finta di niente davanti ad episodi del genere. Accettare e accogliere un individuo che ai nostri occhi è diverso, dovrebbe diventare una vera e propria materia d’insegnamento. A tal proposito continua la donna: 

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“Lo prendevano in giro per i suoi modi cortesi e perché era biondo e straniero. Peraltro era italianissimo perché io sono russa ma suo padre è italiano. Poi dicevano che il suo cognome che finiva per ‘a’ era femminile. Era diventata una persecuzione. Ho saputo che gli mettevano le mani addosso, lo seguivano in bagno. Le cose più sgradevoli di cui mi fa male parlare. La scuola era iniziata a settembre, lui si è tolto la vita il mese dopo”, in una generazione così moderna, piena di libertà, che scansa ogni tipo di pregiudizio, che vuole affermare diversi generi, che vuole  giovani “fluidi”, senza etichettature la scuola non può restare indietro ed accettare ancora menti retrogradi.

 Occorre avanzare, superare l’ignoranza degli stereotipi di genere e avere cura dei rapporti a scuola così come in famiglia. Il bullismo è il risultato di famiglie e istituzioni che hanno delle fratture che non sono ancora sanate, “Tutti hanno ignorato quello che stava accadendo. Lo prendevano di mira e il professore andava avanti con la lezione. In generale, occorre che i docenti si ricordino perché hanno voluto intraprendere il mestiere dell’insegnamento. Non è solo seguire un programma, ma dare anche un esempio, un’educazione, vigilare. Hanno doveri nei confronti di alunni e famiglie”. Leonardo e Paolo, avevano in comune una famiglia che li amava, dei genitori premurosi e dei bellissimi capelli biondi, nel 2025 non si può continuar a morire per colpa di chi ti fa sentire sbagliato fino a non farcela più. Non possiamo più voltarci dall’altra parte.

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di NATALIA SESSA

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