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Docenti, meno assunzioni a causa delle nascite in calo? Anief dice no e chiede la riduzione del numero di alunni per classe. "Urge una serie di provvedimenti per una didattica più personalizzata"

"Le ripercussioni sul tasso demografico sempre più in calo porterà profonde sul sistema educativo nazionale e sulle ... "

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L’Italia si sta sempre più invecchiando: nel 2050, solo l’11% di cittadini saranno bambini, il 35% over 65. Lo dice l’Istat, attraverso lo studio “Italia 2050: sfide e prospettive di una società in transizione”, lanciando l’allarme per scuole e welfare: “Impatto senza precedenti sulle politiche sociali”.


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Le ripercussioni sul tasso demografico sempre più in calo porterà profonde sul sistema educativo nazionale e sulle politiche scolastiche: secondo l’Istituto nazionale di statistica, la riduzione drastica della popolazione studentesca, particolarmente accentuata nel Mezzogiorno, richiederà interventi urgenti nella pianificazione scolastica territoriale e nella redistribuzione delle risorse educative. Il sistema dell’istruzione dovrà confrontarsi, inevitabilmente con la necessità di mantenere standard qualitativi elevati in un contesto di contrazione demografica senza precedenti nella storia repubblicana.


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“In risposta alla riduzione di nascite e quindi di iscritti a scuola – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – risulta imprescindibile ridurre il numero di alunni per classe: si tratta di dare seguito alla modifica, quindi, del numero minimo di iscritti per classe modificato durante il ministero guidato da Mariastella Gelmini. Questro permetterebbe l’attuazione di una didattica più personalizzata, a partire dagli alunni con bisogni speciali. In parallelo, sarà importante anche maggiorare il numero di insegnanti. Come pure introdurre il tempo pieno e prolungato in tutte le scuole, a partire dalle zone del Sud. Anche l’organico aggiuntivo, quello Ata collegato al Pnrr e all’Agenda Sud, introdotto lo scorso anno scolastico, si è dissolto nel nulla e senza alcuna spiegazione”.


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Pacifico chiede anche “organici maggiorati nelle zone del Paese dove i livelli di apprendimento si riducono maggiormente e i tassi di dispersione rimangono più alti. Come pure avrebbero effetti positivi le stabilizzazioni di tutti i precari con oltre 36 mesi di servizio svolto, attraverso l’introduzione del doppio canale di reclutamento, ma anche l’assunzione in ruolo dei docenti idonei presenti ii tutte le graduatorie concorsuali per abbattere finalmente quel precariato che è alla base dalla mancata continuità didattica. Largo anche al ritorno dei docenti in copresenza, a partire dalla scuola primaria, l’inizio della scuola a cinque anni anziché a sei, la nomina di insegnanti aggiuntivi nelle aree a rischio per alta presenza di alunni stranieri e elevati livelli di abbandono della scuola”, conclude il presidente Anief.




di LA REDAZIONE



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