Carta del docente, STOP ai ritardi: precario vince 2500 euro ma il Ministero non paga. Il Tar interviene e impone 60 giorni per saldare
- La Redazione

- 10 minuti fa
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Ha vinto il ricorso sulla Carta del docente ma non ha ancora ricevuto un euro. Ora la giustizia amministrativa impone tempi certi al Ministero...

L’insegnante precario o ex precario che ha vinto il ricorso, presso il giudice del lavoro, per ricevere la Carta del docente va risarcito, se il Ministero non lo fa ci pensa il Tar: un’altra sentenza a favore degli insegnanti non di ruolo è arrivata dal Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Quarta), che ha disposto il pagamento di 2.500 euro (come deciso a suo tempo dal Tribunale di Verona, Sezione Lavoro, pubblicata in data 27.02.2023, e notificata in forma esecutiva il 26.04.2023) a favore di un insegnante che ha svolto supplenze tra il 2017 e il 2022. Se il Ministero non provvederà entro 60 giorni ad accreditata la somma al docente, allora sarà il commissario ad acta a provvedere al risarcimento.
Nella sentenza, il Tar dichiara “l'obbligo dell’amministrazione convenuta di dare esecuzione al giudicato di cui in epigrafe, nel termine di giorni 60 dalla notificazione ovvero dalla comunicazione della presente sentenza. Si nomina quale Commissario ad acta Direttore della Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la formazione del personale scolastico e la valutazione del sistema nazionale di istruzione presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, con facoltà di delega e con autorizzazione alla subdelega: questi dovrà attivarsi, dietro apposita istanza di parte ricorrente, in caso di vana scadenza del termine sopra indicato, e a sua volta provvedere direttamente o, sotto la sua responsabilità, attraverso un funzionario delegato, nell’ulteriore termine di sessanta giorni”.
A tale scopo, il Tribunale regionale del Veneto ha nominato come “Commissario ad acta” il “Direttore della Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la formazione del personale scolastico e la valutazione del sistema nazionale di istruzione presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, con facoltà di delega e con autorizzazione alla subdelega”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “quando un Tribunale regionale viene sollecitato dai nostri legali per dare seguito al risarcimento deciso da un giudice del lavoro, appare pressoché inevitabile che l’esito del ricorso sia quello di ottenere una scadenza imminente per effettuare il risarcimento, oltre che l’eventuale subentro di un commissario ad acta in caso di ulteriore mancato pagamento.
Quindi, dopo il sì del Tribunale amministrativo regionale del Lazio, della Calabria,dell’Emilia Romagna, ora anche del Veneto, tutti i Tar si stanno di fatto uniformando per dare seguito, entro poche settimane, rispetto a quanto deciso con sentenza da tempo dal giudice del lavoro. È chiaro che tutto questo può scattare solo a seguito di un ricorso gratuito con Anief per il recupero della card elettronica da 500 euro annui”, conclude Pacifico.
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