Scuola, formazione dei docenti per l’inclusione e il sostegno. Ecco la proposta del piano formativo del Ministero dell'Istruzione
- La Redazione

- 27 lug
- Tempo di lettura: 3 min
"Nel proprio intervento la FLC CGIL, pur rilevando l’importanza della formazione dei docenti in materia di inclusione, ha evidenziato una serie di... "

Si è svolto in data 25 luglio 2025 l’incontro di informativa tra MIM e Organizzazioni sindacali della scuola nel corso del quale il Direttore generale del dipartimento per la formazione, Dott.ssa Antonella Tozza, ha illustrato una proposta di piano formativo per i docenti in materia di inclusione.
Proposta:
obiettivo: promuovere una cultura diffusa dell'inclusione, dell'equità, dell'accessibilità e del benessere degli alunni/e;
destinatari della formazione: principalmente i docenti di sostegno;
partecipazione: volontaria;
tempi e modalità di svolgimento: anche on line nei mesi di settembre-ottobre 2025; la durata dei corsi non è predefinita e demandata alle scuole organizzatrici;
risorse: complessivamente 852.000 euro ripartiti tra le Scuole Polo, individuate a livello regionale, in proporzione al numero di docenti di sostegno. Le scuole assegnatarie dovranno garantire la realizzazione delle iniziative formative, coprendo i costi connessi. Entro il 31 ottobre 2025 dovrà essere effettuata la rendicontazione tramite la piattaforma SIDI.
Nel proprio intervento la FLC CGIL, pur rilevando l’importanza della formazione dei docenti in materia di inclusione, ha evidenziato una serie di problemi e forti criticità rispetto al piano formativo proposto:
i percorsi formativi sull’inclusione vengono proposti in piena estate quando le attività scolastiche sono concluse e i collegi docenti non sono nelle condizioni di poter valutare ed eventualmente deliberare la partecipazione ad attività da effettuare perentoriamente (per non perdere i finanziamenti) tra settembre e ottobre;
stante i tempi ristretti entro cui programmare, concludere e rendicontare i corsi -entro il 31 ottobre- è forte il rischio di realizzare attività formative poco efficaci e di limitata utilità;
si prevedono appositi finanziamenti per organizzare i corsi di formazione ma nessuno stanziamento per riconoscere la partecipazione dei docenti alle attività. Come noto la partecipazione dei docenti alle attività di formazione è considerata servizio a tutti gli effetti e ciò comporta che le ore di formazione siano computate nel monte ore (40h+40h) destinato alle attività funzionali all’insegnamento e remunerate se eccedenti detto monte ore (art. 36 c. 7 CCNL 2019/21);
il piano di formazione viene proposto al di fuori dei criteri di ripartizione delle risorse per la formazione del personale docente, educativo ed ATA che dovrebbero essere oggetto di contrattazione a livello nazionale e a livello di istituzione scolastica (ai sensi dell’art. 30 co. 4 del CCNL 2019/21). L’ultimo accordo siglato su questa materia risale al 2022 e già allora si trattava di una proroga limitata ad un anno del precedente contratto integrativo nazionale valevole per il triennio 2019/20-2021/22.
Da ultimo la FLC CGIL ha stigmatizzato il mancato rispetto delle relazioni sindacali da parte dall’Unità di Missione del Ministero in relazione alle modalità di utilizzo delle considerevoli somme del PNRR finalizzate alla formazione del personale, e questo nonostante l’art. 30 CCNL Istruzione e Ricerca 2019-2021 non precluda informativa, confronto e contrattazione nel caso in cui le attività formative siano finanziate dai fondi PNRR.
"La Direzione per la formazione, ha affermato la Flc Cgil, con riferimento alle obiezioni e criticità sollevate dalla nostra organizzazione, e facendo presente che la formazione finanziata con i fondi PNRR non è di sua competenza, si è resa disponibile ad avviare -con la ripresa delle attività a settembre- un’apposita trattativa con i sindacati per definire i criteri di ripartizione delle (scarse) risorse per la formazione disponibili nel bilancio MIM così come prevede il CCNL".
di LA REDAZIONE
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