Invalsi 2025: riflessione sui risultati conseguiti dagli studenti alla fine delle scuole secondarie di secondo grado
- La Redazione

- 24 lug
- Tempo di lettura: 5 min
"Gli esiti al termine delle scuole statali e paritarie nell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado. L’analisi dei risultati delle prove INVALSI per il grado... "

Il presente approfondimento intende avviare una riflessione comparativa sui risultati conseguiti dagli studenti alla fine delle scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie1, nelle prove INVALSI 2025 (grado 13).
Lo studio si concentra sulla conclusione del secondo ciclo d’istruzione poiché esso ha caratteristiche peculiari, principalmente legate al conseguimento del diploma, rispetto al segmento primario e secondario di primo grado dove le ragioni della scelta tra scuola statale e paritaria seguono logiche diverse e ove sono da attendersi differenze molto meno marcate e risultati di alta qualità.
L’analisi, focalizzata principalmente sulle regioni Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia, si configura come un primo studio volto a far emergere le dinamiche territoriali e le diverse logiche che orientano la scelta della scuola paritaria. Si tratta di un primo contributo di ricerca che evidenzia come le motivazioni alla base della scelta della scuola paritaria risultino fortemente eterogenee nelle diverse aree del Paese, riflettendo contesti socio-culturali e finalità formative differenti.
Inoltre, questo approfondimento rappresenta un punto di partenza che richiede ulteriori indagini, non solo per analizzare in modo più sistematico gli esiti della scuola statale, ma anche per distinguere, all’interno del settore paritario, tra percorsi di elevata qualità e percorsi selezionati principalmente per ragioni diverse dalla qualità formativa.
1. La suddivisione della popolazione scolastica tra scuole statali e paritarie nell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado

Tavola 1. Suddivisione percentuale della popolazione scolastica tra scuola statale e paritaria al grado 13
I dati della tavola 1 mostrano la suddivisione della popolazione scolastica al termine della scuola secondaria di secondo grado tra scuola statale e paritaria nelle regioni d’interesse.
2. Gli esiti al termine delle scuole statali e paritarie nell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado. L’analisi dei risultati delle prove INVALSI per il grado 13, come riportata nella tavola 2, evidenzia un quadro articolato rispetto alla differenza di rendimento tra scuole statali e paritarie nelle diverse aree territoriali e dei loro esiti rispetto alla media nazionale complessiva.

Tavola 2. Differenza nel punteggio medio rispetto alla media nazionale per scuola statale, scuola paritaria, tutte le scuole in Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia
In particolare, nella regione Campania dove l’incidenza del settore paritario nell’ultimo anno della scuola secondaria è la più elevata d’Italia, si osservano divergenze marcate tra il comparto statale e quello paritario rispetto alla media nazionale: ad esempio, in Italiano il punteggio medio è di -3 punti per le scuole statali, ma precipita a -41 per le scuole paritarie; in Matematica si passa da -6 a -34. In Inglese-Reading e Inglese-Listening si rilevano scarti analoghi (rispettivamente -1 vs -41 e -12 vs -40). Se si confronta la distanza del punteggio medio complessivo della Campania rispetto alla media nazionale si ottengono risultati molto diversi se si considerano tutte le scuole o solo quelle statali. Tale fenomeno è invece molto meno rilevante nelle altre regioni.

Tavola 3. Differenza nel punteggio medio della Campania rispetto alla media nazionale delle scuole statali e di tutte le scuole
Nel caso della Campania emergono quindi elementi che lasciano supporre l’esistenza di fenomeni di autoselezione e di specifiche dinamiche di scelta verso il canale paritario. Tali dinamiche sembrano concorrere alla concentrazione, all’interno di questo segmento scolastico, di una popolazione studentesca con livelli di apprendimento più bassi rispetto alla media regionale, contribuendo così ad ampliare il divario tra i due settori, ma soprattutto alla differenza con la media nazionale complessiva. La sola eccezione è rappresentata dalla prova di Inglese-ascolto dove anche i risultati della scuola statale sono sensibilmente meno soddisfacenti rispetto alla media nazionale.
3. La dispersione scolastica implicita I dati della tavola 4 evidenziano una marcata differenza tra scuola statale e paritaria in termini di dispersione implicita: a livello nazionale, la percentuale è del 7,0% per il settore statale, mentre raggiunge il 25,5% nelle scuole paritarie. Tale divario risulta particolarmente accentuato in diverse regioni del Mezzogiorno.

Tavola 4. La dispersione scolastica in Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia in base alla gestione della scuola nel grado 13
Il divario tra scuola statale e paritaria risulta particolarmente contenuto in Lombardia, dove si registra una dispersione del 3,4% nelle scuole statali e del 6,1% in quelle paritarie. Tale modesta differenza, di per sé scarsamente rilevante a livello generale, è molto probabilmente da attribuirsi alla presenza anche in questa regione di alcune istituzioni scolastiche paritarie scelte per cercare percorsi semplificati, accanto a prestigiose istituzioni caratterizzate per l’elevato livello dell’offerta formativa e didattica.
Nelle altre regioni considerate, invece, le differenze tra scuola statale e paritaria si fanno molto più marcate e, in alcuni casi, assumono caratteri allarmanti. In Campania, la dispersione scolastica implicita nelle scuole paritarie raggiunge il 39,3% contro il 9,1% del settore statale in Sicilia si osserva un divario analogo (29,1% vs 11,1%), così come nel Lazio dove nella scuola statale la dispersione scolastica implicita si attesta all’8,8%, contro il 22,9% in quella paritaria. Queste evidenze paiono confermare la presenza di dinamiche territoriali profondamente differenziate nella distribuzione e nella funzione delle scuole paritarie. Pur tenendo conto della diversa incidenza della popolazione scolastica tra statale e paritaria (Tavola 1), emerge con chiarezza che le logiche di scelta verso un tipo di scuola o un altro risultano molto differenti tra le regioni considerate.
Mentre nel caso della Lombardia la scuola paritaria sembra rappresentare un’alternativa comparabile in termini di esiti e tenuta didattica, nelle altre regioni appare invece spesso associata a contesti caratterizzati da maggiore fragilità degli esiti, pur certamente non mancando anche in questi territori esempi di indubbia ed elevata qualità. Il fenomeno di esiti molto bassi nelle scuole paritarie delle regioni del Centro-Sud prese in esame trova riscontro in dinamiche già acclarate nel recente passato in cui si è evidenziato che gli studenti e le loro famiglie in questi contesti territoriali cercano principalmente una via per conseguire un diploma e non una effettiva preparazione. In tale quadro, il confronto relativo alla dispersione implicita tra i due settori assume una particolare rilevanza, poiché fornisce una prima indicazione sugli esiti formativi raggiunti dagli studenti.
Quando i valori di dispersione risultano relativamente vicini, anche considerando la diversa consistenza numerica della popolazione scolastica e la forte variabilità tra le singole istituzioni in entrambi i settori, ciò suggerisce che la scelta della scuola sia guidata principalmente dal progetto educativo-didattico. Al contrario, quando i valori della dispersione implicita presentano scarti molto marcati, ciò pare indicare la presenza di livelli di apprendimento significativamente differenti tra le due popolazioni scolastiche, segnalando un disallineamento troppo elevato per non essere anomalo e che merita ulteriori approfondimenti.
I dati sinteticamente descritti nella presente analisi suggeriscono la necessità di studi più approfonditi e articolati che permettano di distinguere le diverse tipologie di scuole paritarie. In questo modo sarà possibile dar conto di dinamiche potenzialmente molto differenti nei processi di scelta degli studenti e delle loro famiglie, evitando di mettere in ombra aree di eccellenza nel settore paritario, anche in quelle regioni in cui prevalgono dinamiche differenti.
di LA REDAZIONE
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