Docenti sottopagati: Italia in fondo alla classifica OCSE. I dati del nuovo rapporto
- La Redazione

- 10 set
- Tempo di lettura: 2 min
Esiste una soluzione per salvare la scuola italiana? L’Italia deve trovare le risorse necessarie per valorizzare gli insegnanti e migliorare la qualità dell’istruzione...

È allarmante la situazione della scuola italiana, soprattutto per quanto riguarda le retribuzioni degli insegnanti, che continuano a posizionarsi negli ultimi posti nelle classifiche internazionali. Lo conferma il rapporto annuale dell’OCSE Education at a Glance 2025, che mette nero su bianco una realtà ormai difficile da ignorare.
In particolare, i dati che suscitano maggiore indignazione tra i docenti riguardano gli stipendi effettivi nella scuola primaria, inferiori del 33% rispetto a quelli medi dei lavoratori a tempo pieno con un titolo di studio terziario. La media OCSE, invece, registra un divario del 17%. Questo scenario rende la professione docente sempre meno attrattiva, aggravando una crisi educativa già nota da tempo.
Se si analizzano i trend degli ultimi anni, la situazione italiana appare ancora più preoccupante. Dal 2015 gli stipendi medi degli insegnanti della scuola primaria nei paesi OCSE sono cresciuti del 14,6%, mentre in Italia si è registrata una diminuzione del 4,4% nel 2024. Un dato in controtendenza che rischia di compromettere ulteriormente la qualità dell’istruzione.
Il rischio è evidente: se non si invertirà questa rotta, la professione dell’insegnante diventerà sempre meno appetibile, generando un vuoto strutturale nel sistema educativo nazionale.
Quali soluzioni?
Rilanciare la scuola italiana significa agire su più fronti. Esiste una soluzione per salvare la scuola italiana? L’Italia deve trovare le risorse necessarie per valorizzare gli insegnanti e migliorare la qualità dell’istruzione, operando tagli dove possibile ma senza intaccare gli investimenti fondamentali per la scuola e per l’educazione. È fondamentale riconoscere che puntare sulla scuola non è un costo da ridurre, ma un investimento imprescindibile per il futuro del Paese. La strategia non può limitarsi all’aspetto economico: deve includere anche percorsi di crescita professionale per i docenti, aumentando così l’attrattività della professione e colmando le carenze di personale qualificato che oggi mettono a rischio la qualità dell’istruzione.
Il rapporto OCSE evidenzia inoltre una crescente carenza di insegnanti qualificati. In media, il 7% dei docenti delle scuole secondarie nei paesi OCSE non possiede tutti i requisiti formativi richiesti, un dato che sottolinea le difficoltà nel reclutamento di personale adeguato.
Un'altra possibile soluzione per l’Italia potrebbe essere quella di promuovere l’ingresso di insegnanti di “seconda carriera”, ovvero professionisti provenienti da altri ambiti che decidono di reinventarsi nella scuola.
Già 16 dei 28 paesi OCSE hanno introdotto misure in questa direzione, offrendo percorsi alternativi di accesso alla professione per chi desidera cambiare carriera. L’obiettivo è duplice: migliorare le condizioni di lavoro e ampliare le opportunità di reclutamento, portando nuove competenze all’interno del sistema scolastico.
di LA REDAZIONE
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