Docenti con stipendi tra i meno pagati mentre i dipendenti delle forze armate percepiscono 47.200 (con pensione anticipata) e chi svolge la carriera diplomatica 103.200euro. Anief chiede stanziamenti
- La Redazione

- 28 lug
- Tempo di lettura: 3 min
"Quello che ha evidenziato la Ragioneria dello Stato conferma che il comparto Istruzione si sta sempre più distanziando dagli altri settori pubblici nazionali, ma anche dagli stipendi dell’area... "

Gli stipendi del personale scolastico e della Ricerca si confermano i più bassi della pubblica amministrazione: l’ultimo rapporto è stato prodotto dalla Ragioneria dello Stato attraverso il Conto annuale, che contiene il quadro aggiornato delle retribuzioni medie percepite dai dipendenti pubblici nel 2023. I valori tengono conto del “lordo dipendente”, ovvero l’insieme delle somme corrisposte prima delle imposte, includendo anche tredicesime e indennità.
“Quello che ha evidenziato la Ragioneria dello Stato – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – conferma che il comparto Istruzione si sta sempre più distanziando dagli altri settori pubblici nazionali, ma anche dagli stipendi dell’area Ocse, rispetti ai quali, in meno di un lustro hanno perso il 7,5% per mancato adeguamento all’inflazione. Se si considerano gli ultimi cinque anni, se pensiamo che il ritardo rispetto agli altri ministeri è di almeno 8mila euro annuali, i dipendenti di Istruzione e Ricerca hanno perso circa 40mila euro. La politica deve assolutamente provvedere a stanziare risorse specifiche per questi due settori, che contano 1,4 milioni di lavoratori, attraverso la prossima Legge di Bilancio”.
STIPENDI MINISTERIALI A CONFRONTO
La rilevazione si basa su dati effettivi di spesa e di calcolo registrati dalle amministrazioni, considerando stipendi tabellari; tredicesima mensilità; indennità fisse e accessorie; compensi per incarichi o responsabilità. Restano esclusi elementi non strutturali come assegni familiari o buoni pasto: questi ultimi nella scuola non sono assegnati e il sindacato sta chiedendo da tempo di allineare il comparto agli altri ministeri, anche per le indennità di trasferta.
Dal Conto annuale risulta che i comparti più remunerati - caratterizzati da un percorso selettivo e da una progressione economica che cresce con l’anzianità di servizio - sono quelli della magistratura, con un importo annuo medio pari a circa € 152.500; della carriera prefettizia, con una media di circa € 138.500; della carriera diplomatica, che raggiunge i € 103.200; della carriera penitenziaria, con un valore medio di € 95.700; dei professori e ricercatori universitari, con una retribuzione media di circa € 66.900.
La Ragioneria dello Stato ha individuato quindi un secondo gruppo di compensi, con retribuzioni più contenute rispetto ai vertici ma comunque superiori alla media complessiva: questo raggruppamento comprende forze armate (che vanno in pensione molto prima), con circa € 47.200 lordi annui; forze di polizia, con € 46.000; sanità pubblica, con circa € 43.900; amministrazioni centrali, con € 41.700. In questi ambiti si sommano aspetti operativi, turni, disponibilità continuativa e indennità specifiche legate alla natura del servizio.
L’ultimo blocco di stipendi pubblici riguarda i comparti dove si registrano le retribuzioni medie più contenute ed è rappresentato da enti locali (comuni, province, regioni), con circa € 33.800 medi percepiti, ed istruzione e ricerca, che include personale scolastico e tecnico-amministrativo, con una media di circa € 33.100. In questi casi, il livello retributivo riflette in parte la struttura dei contratti collettivi, l’inquadramento dei profili e la limitata incidenza di indennità accessorie.
LA POSIZIONE DEL SINDACATO
“Non si può pensare – commenta ancora il leader dell’Anief Marcello Pacifico- che i collaboratori scolastici: prendono uno stipendio poco superiore al reddito di inclusione, che un assistente di segreteria venga pagato meno di un dipendente comunale e con meno diritti: dallo smart working ai buoni pasto, dalla settimana corta all’indennità di videoterminalista. Per non parlare dei docenti, spesso pluri-abilitati e specializzati, che prendono compensi assai più bassi di un operario specializzato”.
“La nostra posizione l’abbiamo ribadita anche qualche giorno fa all’Aran durante il settimo incontro con i sindacati per il rinnovo del Ccnl 2022-24: bisogna agire in continuità con quanto avvenuto nell'ultimo contratto, che ha prodotto 500 milioni in più per il personale scolastico. Chi ha un titolo di studio superiore, subisce un alto tasso di stress da lavoro correlato e ha alte responsabilità, anche penali, deve essere pagato di più e non meno degli altri lavoratori pubblici”, conclude Pacifico.
di LA REDAZIONE
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