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Crepet: “Non si cresce accontentandosi. Ridiamo ai giovani desiderio, curiosità e fame di vita perché a salvarci, oggi, è solo la passione e il coraggio di rischiare”

Perché ai ragazzi manca davvero il desiderio? Crepet rivela il punto cieco dell’educazione moderna che rischia di spegnere la loro fame di vita...

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Se ci soffermassimo solo per un attimo ad osservare con la dovuta attenzione il mondo e la società che ci circondano, i nostri occhi rimarrebbero sbigottiti, privi di punti di riferimento, al cospetto della mancanza assoluta di ogni certezza. Viviamo, ormai, una realtà che vacilla, pervasa dall'effimero, in cui tutto è passeggero, nulla è tangibile e la concretezza finisce per rappresentare una mera utopia.

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Eppure siamo stati noi stessi gli artefici di cotanta incertezza, siamo stati proprio noi i fautori di un destino caratterizzato dalla bramosia per tutto ciò che è semplice, veloce, indolore e privo di sacrificio. A fare le spese delle suddette mancanze sono, senza ombra di dubbio, le moderne generazioni, tutte protese verso l'emulazione e la spersonalizzazione.

Su tali aspetti si sofferma con grande determinazione il noto sociologo e psichiatra Paolo Crepet, il quale sottolinea una situazione inquietante e di forte allarme sociale ed è per tale motivo che occorre reagire con piglio e coraggio, "mordendo il cielo".

“Il problema, oggi più che in altri tempi, è come orientarci in un mondo che ha perso i punti di riferimento, in cui le anche certezze sono crollate o non funzionano più. Dico chiaro e forte da uomo che non sa di politica e di esteri, ma che si interessa di quello che accade nel mondo che non possiamo aspettare che qualcuno ci tolga le castagne dal fuoco, per usare un adagio dei nostri nonni”, queste le significative parole attraverso le quali Paolo Crepet offre ottimi spunti di riflessione.

Infatti, secondo lo psichiatra, "dobbiamo tutelare la libertà di parola e di progetto, dobbiamo recuperare un metodo, un modo di agire e di educare, altrimenti la nostra civiltà è destinata a perire".

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L’uomo, pertanto, deve fare tesoro delle esperienze di vita, proiettandosi verso nuove prospettive e ricercando soluzioni inedite. È di fondamentale rilevanza restituire ai giovani l'importanza dei libri e della lettura, rendendoli consapevoli che nella vita nulla è gratuito, e che della gratuità, anzi, bisogna diffidare.

Come sostiene Paolo Crepet, "dobbiamo avere il coraggio di togliere i nostri ragazzi dalla comfort zone in cui li abbiamo relegati per paura, per protezione".

Insomma, è necessario che gli adolescenti abbandonino i luoghi sicuri dell'infanzia ovattata e protetta per sperimentare la vita, per confrontarsi con gli altri giovani, formando la propria personalità, rischiando e mettendosi in gioco.

Gli adolescenti devono essere istruiti al sacrificio ed al bene comune, alla civiltà ed al rispetto delle regole, ma non quale rigido sintagma, bensì quale strumento per raggiungere i propri obiettivi, in una società migliore.

Crepet aggiunge, inoltre, che "abbiamo ammazzato il desiderio nei nostri ragazzi, li abbiamo anestetizzati, abbiamo tolto loro la possibilità di scegliere, mettendo tutto e subito a disposizione. Dobbiamo concedere ai ragazzi la voglia e la fame di mordere il cielo. Siamo nell'età della facilità apparente. La tecnologia ci ha aiutato a questo, e le generazioni che non mordono più il cielo sono immerse in questo mondo".


Oggi, infatti, la realtà è comandata e pervasa dall'intelligenza artificiale, a cui affidiamo e deleghiamo ogni compito, persino quello di pensare. Ma ciò che sembra facilitare la nostra esistenza, in realtà, finisce per atrofizzare la nostra mente. Dobbiamo, dunque, renderci protagonisti delle nostre azioni e fautori dei nostri pensieri.

"A salvarci può essere solo la qualità dell'essere. La qualità della formazione, della dedizione che mettiamo nelle cose che facciamo, della curiosità che ci spinge verso luoghi sconosciuti, ci impone di rischiare.

Solo così possiamo uscire dalla nostra comfort zone e mordere veramente il cielo, reagire alla mancanza e assenza di desideri, uscire dalla bolla di solitudine e isolamento a cui ci condannano i mezzi di comunicazione e a cui noi stessi, volontariamente, ci siamo condannati", in tal modo Paolo Crepet conclude la sua ragguardevole disamina.

Restituiamo, pertanto, ai giovani desiderio e fame di vita perché a salvarci può essere solo la nostra passione ed il coraggio di rischiare, proiettandoci verso il cambiamento.

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di VALENTINA TROPEA

EDUCAZIONE
E CULTURA

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