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Crepet: "dobbiamo tornare alla semplicità del dialogo per cogliere la vera essenza dei legami per educare le nuove generazioni, altrimenti meglio non fare figli se non si sanno educare"

Aggiornamento: 5 giorni fa

“Educare per l’esperto è diventato difficile. Occorre porre rimedio in maniera drastica, secondo Crepet è solo utilizzando una tecnica inversa...”

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“Facciamo bene a non fare più figli” una provocazione forte quella di Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, che in un suo recente intervento vuole andare a scuotere l’animo degli adulti. Ciò che vuole dirci ha un significato profondo, il suo fine ultimo è sempre l’educazione.

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Un ritorno al passato, un ricordo lontano: “Non ci sono più edicole, peccato. Così il nonno non va a prendersi il giornale sportivo e non compra più le figurine per il bambino. Anche perché quel bambino, il nipote, non gioca più da molto tempo”. Non smette mai di ricordarlo Crepet, ciò che manca a questa generazione è la rete di rapporti sociali, imprescindibile per la crescita, la formazione e la maturazione dell’adulto. Le famosissime “figurine”, erano un’opportunità di socializzazione fondamentale, c’era la ricerca, lo scambio e soprattutto il dialogo. Un semplice gioco, un passatempo che però racchiudeva la vera essenza dei legami. Oggi invece c’è molta solitudine, la rete di rapporti sociali è praticamente inesistente se non peggio, sostituita dalla tecnologia. E soprattutto “c’erano i bambini - ora invece - non li facciamo più”. 

Un cambio generazionale è naturalmente avvenuto anche negli adulti, non esistono più le famiglie numerose ma, ora viene preferita una vita più “sicura”, senza rischi, un lavoro stabile, una casa di proprietà, un figlio solo o addirittura nessuno.  Ed è qui che continua la provocazione dell’esperto: “Facciamo bene secondo me a non farne più, è una buona idea.  Visto che non sappiamo educarli, è meglio non farli, no? Perché tirare su dei bambini e delle bambine e fargli male?“. 

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Educare per l’esperto è diventato impossibile. Occorre porre rimedio in maniera drastica, secondo Crepet è solo utilizzando una tecnica inversa che i genitori inizieranno ad ottenere risultati. Il sociologo ha più volte ribadito il concetto che: “Educare significa togliere, non aggiungere(CLICCA QUI)”, infatti, “abbiamo iniziato a dare ai nostri giovani cose assolutamente non necessarie. In quel momento è cominciata la discesa del desiderio e con essa un tragico calo delle ambizioni”. 

Per Crepet la cosa più giusta da fare in questo momento è rieducare al desiderio, alle ambizioni, alla scoperta, “per desiderare però ci deve mancare qualcosa”. In conclusione, gli adulti possiedono già le armi per contrastare questo fenomeno, sicuramente una di queste risiede nel concetto di "sottrarre" mentre un altro potentissimo mezzo sono i “no” che sempre con più difficoltà vengono espressi da parte dei genitori. La provocazione dell’esperto resta forte, è vero, ma ciò che vuole comunicarci è un messaggio diverso, per mettere al mondo un bambino serve coraggio da tirare fuori nelle situazioni avverse, perché “amare per un genitore è anche il coraggio di farsi odiare da un figlio(CLICCA QUI)”.

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di NATALIA SESSA

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