Crepet, i 4 motivi per cui i giovani vanno via. Non fuggono: cercano dignità
- La Redazione

- 17 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Sempre più giovani se ne vanno, ma non è una fuga: è una richiesta di dignità. Paolo Crepet svela cosa c’è davvero dietro questa scelta. Cosa li spinge lontano da noi…?

Sempre più giovani decidono di andarsene. Lo fanno per studiare, per lavorare, per costruirsi un futuro. Ma secondo Paolo Crepet, non è solo questo. C’è qualcosa di più profondo: se ne vanno per cercare dignità.
Non è una rinuncia, ma una richiesta forte e silenziosa. “I giovani non sono in fuga”, dice lo psichiatra. “Cercano un posto dove essere ascoltati, dove ciò che sono abbia valore.”
Dietro ogni addio, si nasconde una critica potente alla società adulta. E Crepet ne individua con lucidità le radici.
1. Mancanza di ascolto autentico
Non vogliono solo attenzione. Vogliono essere visti davvero. Capiti, accolti. Ma troppo spesso parlano nel vuoto, circondati da adulti distratti o giudicanti.
“Abbiamo chiesto loro di adattarsi. Ma adattarsi a cosa?”, si chiede Crepet.
2. Promesse mancate
Sono cresciuti con l’idea di un mondo giusto, meritocratico, aperto. Ma si sono trovati davanti porte sbarrate, lavori precari, compromessi al ribasso. E allora hanno deciso di cercare altrove ciò che qui non trovano più.
3. Conformismo soffocante
Chi è autentico viene spesso escluso. Chi pensa in modo critico, etichettato. A scuola, nel lavoro, nelle relazioni sociali: il diverso disturba. E molti giovani, per non omologarsi, preferiscono partire.
4. Mancanza di ideali forti
La società adulta sembra aver smesso di credere in qualcosa. È diventata cinica, stanca, disillusa. Ma i giovani hanno ancora fame di senso. Vogliono ideali, passioni, battaglie vere. E quando non li trovano, scelgono di andarsene.
La fuga? No. È una diagnosi sociale
“Molti adulti sono rimasti, sì. Ma hanno spento il cervello e il cuore. È questo il successo?”— Paolo Crepet
Crepet non giustifica tutto, ma invita a capire. A leggere il disagio non come un capriccio, ma come un segnale. I giovani non stanno scappando: stanno cercando aria. Spazi di autenticità, di rispetto, di possibilità.
E noi, siamo ancora un riferimento? La vera domanda non è perché i giovani se ne vanno, ma perché sentono di non poter restare. Forse la fuga più pericolosa non è la loro. È quella degli adulti che hanno smesso di essere esempi credibili. E tu che ne pensi? È davvero colpa dei giovani, o è la nostra resa silenziosa ad averli spinti via?
di LA REDAZIONE






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