Crepet, giovani in fuga? "Sì, in cerca di dignità." Ecco i veri motivi
- La Redazione
- 15 giu
- Tempo di lettura: 2 min
“Ragazzi, non li sentite? Son tremendi gli adulti. Ma se uno è all’estero non è in fuga, è intelligente. Per fortuna che ci sono dei cervelli e quindi fuggono...”

Crepet, noto sociologo e psichiatra, è spesso concentrato sull’evoluzione educativa di molti giovani. A tal riguardo, in un suo recente intervento ha consigliato a molti giovani di non dar retta agli adulti quando giudicano le loro scelte di individualità e indipendenza. Per l’esperto, i genitori che pensano che sia meglio per i figli vivere e realizzarsi vicino alla famiglia, vicino a mamma e papà, non vogliono davvero la felicità di questi ultimi; amano più il possesso e hanno un convincimento morboso legato alla sicurezza di averli accanto, per poterli controllare.
Sono chiamati “cervelli in fuga” tutti questi ragazzi che corrono il rischio di essere felici altrove, che hanno il desiderio di rimboccarsi le maniche e di lavorare sodo per arrivare a realizzare i loro obiettivi, e questi ragazzi hanno il pieno appoggio dell’esperto. Queste le sue parole: “‘Cervelli in fuga’ li chiamano. Ragazzi, non li sentite? Son tremendi gli adulti. Ma se uno è all’estero non è in fuga, è intelligente. Per fortuna che ci sono dei cervelli e quindi fuggono. Secondo le regole della nostra comunità, quelli intelligenti, laureati in giurisprudenza, fatto l’esame di stato, devono stare 2/3/4 anni gratis nello studio di ‘paraponzi ponzi po’ a Milano. Allora quello sì che è intelligente.
Cosa ti dà? Niente! Neanche i soldi per il motorino, niente. E come mai a Londra ti davano 2000 €? Perché sono scemi? No. Come mai ti danno uno stipendio che si chiama dignità? Dignità di non dover chiedere a mamma e papà di stare al mondo, di avere una casetta, di avere una morosa o un moroso. Questa è mancanza di dignità e noi vogliamo questo, perché vi vogliamo inginocchiati, servili, dipendenti da noi.”
La critica di Crepet è dura nei confronti di alcuni genitori: a volte questi si sostituiscono ai figli a tal punto da costruirgli la carriera al posto loro. Sono convinti che i loro consigli siano quelli giusti, ma ciò che si chiede l’esperto è: sono anche convinti che le loro decisioni rispecchiano la felicità e le ambizioni dei loro figli? I genitori sbagliano, non sono perfetti, e spesso questo spassionato egoismo maschera insicurezza e paura nei riguardi dei loro figli. Ma saper amare vuol dire anche saper lasciare andare. Questo, per molti genitori, può essere difficile e straziante, ma è necessario che un giovane si costruisca, lontano dai genitori, il proprio futuro e ascolti quello che sente dentro. Solo ascoltando ciò che dice il suo cuore avrà la certezza di perseguire la sua felicità.
di NATALIA SESSA
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