Galiano: l'insegnante che umilia ha sbagliato mestiere, o si aggiorna o va via. “Solo quando sbagli e ti senti accolto impari davvero, perché si attiva il cervello che ragiona”
- La Redazione
- 13 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 15 giu
"Come facciamo a trasformare l'errore in una risorsa? Perché un errore può essere due cose: o una porta chiusa in faccia o una finestra che si apre, dipende da come lo..."

"C'è un caso che in questi giorni sta facendo discutere.
Una maestra ha scritto sul quaderno di un bambino questo: 'sinceramente sono stufa di correggere innumerevoli correzioni di verifiche scritte con i piedi, piene zeppe di errori ortografici gravi e di inesattezze. Se la tua idea è di continuare così, per me puoi stare a casa'.
Ora, non voglio attaccare questa insegnante ma voglio dire una cosa: 'Basta! Basta!'.
Questo modello di insegnamento basato sull'umiliazione è finito, non funziona più: cioè se sei un insegnante, ti aggiorni, e cambi impostazione; se non hai voglia di aggiornarti, di cambiare, hai sbagliato mestiere, cioè vai via, fai dei danni incredibili", queste le considerevoli parole dello scrittore ed insegnante italiano Enrico Galiano attraverso le quali si esorta ad un modello di insegnamento che non sia più basato sull'umiliazione ma anzi sulla valorizzazione degli studenti, favorendo così l'apprendimento e lo sviluppo delle capacità cognitive.
Proprio per tale motivo l'insegnante si chiede come poter trasformare l'errore in una risorsa, senza colpevolizzare chi lo commette, e su tale argomento esprime il suo pensiero in tale maniera:
"Come facciamo a trasformare l'errore in una risorsa? Perché un errore può essere due cose: o una porta chiusa in faccia o una finestra che si apre, dipende da come lo guardi. La psicologa Carol Dweck ha studiato cosa succede nella testa dei ragazzi quando sbagliano e ha scoperto questo: che se li fai sentire inadeguati, loro pensano 'allora non sono portato' e si bloccano; ma se invece togliamo dall'errore il senso di colpa, nella loro mente accade qualcosa, si sblocca qualcosa. Ed il Professor John Hattie lo conferma: ha studiato migliaia di dati e ha scoperto che una delle cose che aiutano di più ad imparare non è tanto studiare, fare verifiche, ma un buon feedback, cioè una correzione fatta bene è quella cosa che ti fa capire come migliorare e perfino il cervello lo dice che quando sbagli e hai paura si attiva quella parte della mente che gestisce l'ansia e imparare diventa difficile, se non impossibile. Ma se sbagli e ti senti accolto si attiva invece la parte del cervello che ragiona e l'apprendimento diventa possibile".
Quindi l'errore diviene una risorsa solo nel momento in cui togliamo dall'errore stesso il senso di colpa, perché in tal modo l'allievo non si sentirà inadeguato o incapace ma accolto ed attraverso una buona correzione potrà iniziare a ragionare, migliorando l'apprendimento.
Enrico Galiano, dunque, consiglia 3 diverse attività per poter trattare l'errore come risorsa. Ecco i suoi preziosi consigli in merito:
"L'errore va spersonalizzato. Quando tu stacchi l'errore dalla colpa diventa visibile, diventa anche molto più facile correggerlo, perché la mente si apre solo quando si sente sicura. Ecco allora 3 attività che si possono usare per trattare l'errore come risorsa.
Prima: il detective dell'errore. Tu consegni questi fogli pieni di errori ma poi alla lavagna, alla lim, proietti il testo invece corretto; dai a loro la lente di ingrandimento, che ne so il cappello da detective fatto così, loro devono riuscire a trovare gli errori nel testo e ti assicuro che li vedono tutti, perché non è più il loro errore, capito?!
Seconda: al posto dei calci di rigore i calci di parole, cioè tu hai delle carte dove da una parte la versione corretta, dall'altra la versione scorretta della parola, 5 a testa devono voltarle dalla parte giusta, vince ovviamente chi ne indovina di più.
Terzo: il gioco dell'oca ortografico. Questo lo trovi anche su internet in pdf scaricabile, l'ha fatto la bravissima Maestraglo. Caselle, dati, trabocchetti linguistici, cadi nella buca del qual è con l'apostrofo, torni indietro; superi il ponte delle doppie, avanzi; si gioca, si ride, e intanto le regole si fissano e neanche te ne accorgi, perché non sono gli errori il problema, il problema è come li guardiamo, con paura, con curiosità? Noi scegliamo la curiosità".
L'approccio di Enrico Galiano appare davvero sorprendente e rivoluzionario: attraverso un metodo educativo semplice e divertente ossibile aiutare gli studenti nel loro percorso formativo, trasformando l'errore in una risorsa, senza farli sentire in colpa, ma anzi riscoprendo un metodo alternativo per poter imparare senza però avere paura o timore di sbagliare, ma anzi ragionando e favorendo l'apprendimento.
Ciò che aiuta ciascuno studente ad imparare, fissando bene nozioni e principi, non sono le verifiche o le interrogazioni ma una buona correzione grazie alla quale poter comprendere dove si è sbagliato ed evitare che quell'errore si ripeta, garantendo un miglioramento nell'apprendimento e favorendo curiosità ed interesse, così da mantenere viva l'attenzione dei giovanissimi ed accrescendo il loro desiderio di conoscenza.
di VALENTINA TROPEA
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