Schettini:Come fai ad avere fame se hai tutto? Nella vita il problema è avere tutto perché quando hai tutto viene meno il desiderio di rivalsa e di realizzazione personale, la capacità di riscattarsi
- La Redazione
- 12 giu
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Questi giovani ragazzi, infatti, le cui richieste vengono soddisfatte senza alcuna esitazione da genitori servizievoli ed accondiscendenti, sembrano aver già tutto, e così viene meno quella “fame”…

La nostra società ci impone ritmi incalzanti, un po’ come se il tempo scorresse via così velocemente da non permetterci di fermarci un attimo per poter riflettere e comprendere fino in fondo se le modalità attraverso le quali stiamo operando siano davvero quelle più corrette ed appropriate.
I genitori, sempre più affaccendati con il lavoro e quindi meno presenti, per ovviare ai sensi di colpa, donano ai figli non il loro tempo ma solo denaro e beni materiali, incapaci di comprendere fino in fondo come l’affetto delle persone più care non possa essere comprato ma presupponga l’instaurarsi di un rapporto di stima e fiducia reciproca, basato sul dialogo, sulla comprensione e sul rispetto.
Sempre più spesso, infatti, alla luce di tale insegnamento, i giovani appaiono demotivati, privi di entusiasmo, incapaci di sperimentare passione ed ambizione.
A tal fine il Professore Vincenzo Schettini, in maniera profonda e mai scontata, esprime il suo pensiero attraverso tali significative parole:
“Nella vita il problema è avere tutto. Quando uno ha tutto non cerca più niente, non ha più curiosità di cercare nulla, non ha più curiosità di creare, non ha più curiosità di guadagnarsi quello che vuole, non ha più curiosità di comprare niente, perché tanto ha tutto. Questo è quello che temo: vedo che non c’è fame, non c’è quel senso di fame che avevamo noi, quando eravamo bambini, o ancora di più che avevano i nostri genitori, perché mia madre è nata nel ’49, quattro anni dopo la guerra, in una famiglia poverissima.
Mia madre all’età di 19 anni ha preso una valigia di cartone ed è partita via perché non aveva niente, mia madre aveva fame e credo che quello insegni molto. Vorrei si raccontassero queste cose ai giovani perché quando me le hanno raccontate mi hanno fatto bene. Io sono nato in una bella famiglia, cioè mia madre poi si è riscattata da quella povertà, ha voluto proteggere noi figli da quella povertà, non ci hanno fatto mancare niente, però attenzione ci raccontavano la povertà; non ci hanno fatto mancare niente ma ci hanno detto: ‘ricordati Vincenzo che noi veniamo dalla povertà, non te lo dimenticare mai’”.
Spesso, infatti, nell’osservare i giovanissimi, ci si rende conto che manca nei loro occhi quella luce particolare, quel desiderio di realizzazione, quella voglia di vivere che invece dovrebbe contraddistinguere proprio le nuove generazioni.
Questi giovani ragazzi, infatti, le cui richieste vengono soddisfatte senza alcuna esitazione da genitori servizievoli ed accondiscendenti, sembrano aver già tutto, e così viene meno quella “fame” di cui parla il professore Schettini, quel desiderio di rivalsa e di realizzazione personale, quella curiosità e quella voglia di lottare tipica di persone speciali che, pur non avendo già tutto e provenendo da famiglie poverissime, sono state in grado di riscattarsi nella loro vita, avendo una luce particolare nei loro occhi, avendo quella marcia in più che ha permesso loro di osare, di guardare oltre, così da poter realizzare i propri i sogni, così da continuare a lottare per ciò in cui credevano senza mai desistere, senza mai demordere.
Spesso, infatti, i giovanissimi appaiono demotivati, spenti, totalmente appagati, un po’ come se avessero già raggiunto il loro traguardo e non ci fosse nient’altro da sperimentare, da ricercare, completamente disinteressati, impassibili e distaccati e ciò rappresenta un controsenso vista la loro giova età.
Occorre, pertanto, riaccendere quella luce particolare negli occhi delle nuove generazioni, così che possano ritornare a desiderare, a stupirsi per le cose semplici, riscoprendo la bellezza della vita che non finisce mai di meravigliare, sperimentando la loro passione ed ambizione, risollevandosi dalle cadute senza facilitazioni o agevolazioni, perché la vita può metterci alla prova ma siamo noi a fare la differenza.
di VALENTINA TROPEA
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