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Galimberti, figli ignoranti! Quando l'umanità diventa gregge cerca l'animale capo. La scuola torni a formare coscienze libere

Aggiornamento: 12 giu


Il filosofo lancia l’allarme: “Più la scuola fallisce, più cresce il potere di manipolare le folle”. Il pensiero critico è l’unica vera libertà…

Oggi più che mai i giovani sono immersi in un mondo che li distrae, li solleva dalle fatiche, li conforta con illusioni e scorciatoie. Anche la scuola, sotto la pressione di genitori ansiosi di risultati immediati, rischia di perdere la sua missione originaria: insegnare a pensare. Umberto Galimberti lancia un allarme chiaro e tagliente: una scuola che smette di educare all’autonomia, spalanca le porte alla manipolazione. E il potere – quello vero – sa bene come approfittarne.

L’idea di semplificare oltremodo la vita dei giovanissimi, spianando loro la strada, appare oggi sempre più frequente anche in ambito scolastico, dove i genitori si preoccupano del rendimento dei loro figli, trascurando il loro effettivo stato d’animo, esigendo che quest’ultimi vengano promossi a tutti i costi e determinando, in tal modo, conseguenze deleterie nel loro percorso formativo e di crescita.

A tal proposito il filosofo, saggista e psicoanalista Umberto Galimberti coglie l’occasione per esprimere il suo pensiero in merito in tal modo:

"Oggi non legge nessuno. L'OCSE nel 2021 ha detto che gli italiani sanno leggere ma non capiscono cosa leggono. Le prove INVALSI di quest'anno hanno detto che i ragazzi usciti dalla terza media, il 51% sa leggere ma non capisce cosa legge. Naturalmente più va male la scuola più gli si dà un contributo al potere, perché il potere vive dell'ignoranza delle folle. E come dice giustamente Nietzsche: 'quando l'umanità diventa gregge cerca l'animale capo ', e noi ci stiamo avviando a passi ben spediti, non solo in Italia".

Sono proprio le significative parole del filosofo che inducono ad una profonda riflessione, alla luce di un analfabetismo funzionale che sembra dilagare sempre più incontrastato, proprio perché i giovanissimi sanno leggere ma non capiscono cosa leggono, e così finiscono con l’essere più fragili e manipolabili, non riuscendo a sviluppare un loro pensiero critico.

I genitori, spesso eccessivamente presenti e privi di buon senso, smettono di esercitare la loro autorevolezza e così facendo indirizzando i loro figli nella direzione sbagliata, facendo credere loro che nella vita tutto sia dovuto, che siano meglio le scorciatoie e che anche la promozione, in ambito scolastico, sia scontata e prescinda dall’impegno nello studio.

Dalle parole di Umberto Galimberti però si evince un principio chiaro e ben definito: occorre ristabilire il giusto equilibrio, facendo comprendere alle nuove generazioni che nella vita nulla è per caso e che solo attraverso l’impegno ed il sacrificio si potranno raggiungere i risultati sperati, perché tutto ciò che desideriamo dobbiamo guadagnarlo con fatica e nulla ci viene regalato. Ecco perché una scuola che non funziona bene favorisce un potere che vive dell’ignoranza delle folle, un potere che in tal modo potrà manipolare a suo piacimento ciascun soggetto senza dover imbattersi in alcuna resistenza.


Restituiamo, pertanto, ai giovani la loro libertà affinché non siano schiavi del sistema ma sappiano costruire il loro futuro, sperimentando passione ed ambizione, innamorandosi del sapere, così da poter agire responsabilmente e consapevolmente, sviluppando un loro pensiero critico, senza omologarsi o asservirsi al volere altrui ma anzi rivendicando una propria autonomia ed identità, senza mai farsi condizionare.

Non esistono strade alternative o scorciatoie ma occorrono impegno e dedizione, merito e non furbizia, così da arrivare fino in fondo senza agevolazioni o facilitazioni, prediligendo una scuola che formi congruamente ciascun individuo, permettendogli di scegliere consapevolmente senza ricercare l’approvazione altrui, sperimentando la propria autonomia ed indipendenza, alla luce di una propria capacità di autorealizzazione. Forse è tempo di invertire la rotta. Di chiedere di più, non di meno, ai nostri figli. E di restituire alla scuola il suo compito più alto: formare coscienze libere, non sudditi obbedienti.


di VALENTINA TROPEA

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