CARTA DEL DOCENTE: BONUS RIDOTTO A 425 EURO E RISCHIO DI DANNO ERARIALE MILIONARIO PER LO STATO
- La Redazione

- 31 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Il bonus passa da 500 a 425 euro. Esclusi ancora i supplenti brevi, lo Stato rischia di pagare milioni in ricorsi e rimborsi: interviene la Corte dei Conti.

Riduzione in vista per la Carta del Docente: da 500 a 425 euro già dal 2025, secondo indiscrezioni provenienti dal Ministero. Già lo scorso anno si era discusso a più riprese su questa possibilità, infine scongiurata qualche giorno prima dell'accreditamento del bonus ( CLICCA QUI ). La riduzione da 500 euro a 425 euro quest'anno sembra proprio che non possa essere scongiurato in alcun modo. Infatti l’anno scolastico appena concluso ha portato con sé una grande novità, ovvero l'estensione della carta del docente anche ai precari al 31 agosto. Ma questo non riguarda però i supplenti brevi e quelli con contratto al 30 giugno. Anche per questi ultimi, vista la giurisprudenza favorevole, l’unica via di uscita resta il ricorso.
Lo stato in questo scenario risulta parte lesa, costretto a pagare cifre molto alte sia ai docenti precari che fanno ricorso e sia per le spese legali. Spesso si parla anche di 3mila euro per docente più le spese legali. Docenti che vanno a recuperare più anni in un unico colpo. Per questo motivo, alla Corte dei Conti è stato segnalato il rischio di danno erariale. Nonostante la sua posizione di svantaggio l'esecutivo, almeno fino ad oggi, non ha ancora manifestato intenzione di includere i supplenti brevi e quelli con contratto al 30 giugno, la motivazione risiede con molta probabilità nella mancanza di risorse sufficienti ad estendere la carta a tutti i docenti precari.
La carta del docente, quindi, non sarà più di 500 euro fissi ? Tranne miracoli dell'ultima ora la riduzione dovrebbe essere certa.
Lo Stato si trova in evidente difficoltà nel dare esecuzione alle sentenze che riconoscono ai supplenti esclusi il diritto di usufruire del bonus. Con questi ingenti ritardi i TAR si ritrovano sommersi da contenziosi sospesi, che paralizzano la giustizia amministrativa e burocratica, ed inevitabilmente le spese per interessi di mora, penalità e rimborsi continuano a gravare sulle casse pubbliche.
Il Tar del Piemonte ha così deciso di trasmettere gli atti alla Corte dei Conti, evidenziando il rischio di danno erariale a carico dello Stato per la mancata ottemperanza alle sentenze passate. Dalla Corte dei Conti arriva una risposta netta: “tocca al legislatore trovare i mezzi per fronteggiare gli oneri”. Lo Stato non può continuare a rimanere indifferente davanti a questa situazione, dovrà provvedere tempestivamente a dare esecuzione alle sentenze arretrate nelle quali è risultato per troppo tempo disinteressato .
Basterebbe effettuare una semplice divisione, somme da destinare al Bonus Docente diviso per il numero dei docenti ( comprendendo in tale numero i docenti di ruolo, precari annuali e fino al termine delle lezioni ).
di NATALIA SESSA
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