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"Ti odio, mamma!" Per Bruzzone è il segnale che stai crescendo tuo figlio nel modo giusto

Aggiornamento: 5 giorni fa

"Io ti odio" è una medaglia al valore per un genitore: significa che stai contenendo tuo figlio, guidandolo e proteggendolo anche quando lui non lo capisce...

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“I genitori hanno paura di relazionarsi con le emozioni negative dei propri figli”, ma è davvero così? L’esperta Roberta Bruzzone, criminologa e psicologa forense, ospite al “festival della giustizia penale” ha parlato del rapporto tra genitore e figlio, in particolar modo, si è soffermata ad analizzare le punizioni e quanto queste siano proficue per la crescita e lo sviluppo cognitivo e sociale del ragazzo.

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Senza troppi giri di parole l’esperta afferma: “Un buon genitore vince quando il figlio gli dice: “Io ti odio” ”. La Bruzzone consiglia ai genitori di non lasciarsi spaventare o intimorire da frasi dure e provocatorie come queste, perché non durano per sempre, anzi :“ Quella è una medaglia, “io ti odio” è “mi stai contenendo”, e sono costretto a stare nel tuo contenitore che è qualcosa di assolutamente favorevole”. Quando ad un giovane viene vietato qualcosa, i suoi genitore devono essere fermi sulle loro decisioni, devono essere intransigenti, questo è un grandissimo insegnamento per loro perché nella vita futura sapranno che non esiste sempre il “tutto è concesso”, alcune decisioni, alcune scelte vanno sempre ben ragionate e pensate.

Ai giovani d’oggi, che spesso definiamo allo “sbando” manca proprio questo, essere indirizzati, seguire una strada maestra e gli unici che sanno indicarla sono i loro genitori, continua l’esperta: "favorevole soprattutto quando l’elemento di contenimento sottrae l’adolescente il ragazzo o la ragazza da comportamenti pericolosi per sé e per altri”.

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Secondo Roberta Bruzzone, i genitori intercettano per primi  le pericolosità che minacciano l’evoluzione e la crescita dei figli. Pericolosità che poi permangono per tutta la vita. Il consiglio dell’esperta per i genitori è  quello di essere più autorevoli possibili, i “no” sono indispensabili, ma il loro effetto non deve svanire dopo poco tempo, più dura più insegna. Vedere i giovani sempre fragili e indifesi ha contribuito ad indebolire il ruolo fermo e severo dei genitori. Ma se vogliamo salvare i ragazzi, e anche “irrobustirli” nell'affrontare ogni circostanza e situazione della vita, è bene lasciarli sperimentare ma essere sempre vigili e punirli quando vediamo che potrebbero prendere strade "inadeguate e inaccettabili"

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di NATALIA SESSA

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