TUPINI: "TUO FIGLIO È UN ESTRANEO, DOVETE ACCOGLIERLO ANCHE SE VOI NON SIETE STATI ACCOLTI"
- La Redazione
- 26 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 29 giu
“Voi dovete accoglierlo così com’è e dovete accoglierlo anche se voi non siete stati accolti...”

Un argomento delicato quello che ci propone in un suo intervento Gabriella Tupini, psicologa virale del web. L’esperta ci parla del senso di colpa. Come ci spiega, accade sempre che: “I figli creano un’immagine nella loro mente di come dovrebbero essere per soddisfare le aspettative del genitore, e si domandano: Sono adeguato all’immagine che ho di quello che deve essere un figlio?”.
Questa domanda crea un circolo vizioso, dalla quale inevitabilmente, ne scaturisce il senso di colpa per non aver soddisfatto le aspettative del genitore. Ma Gabriella Tupini ci domanda: "Perché bisogna soddisfare le aspettative del genitore e perché un genitore deve avere aspettative sui figli?”, continua l’esperta: “I figli possono somigliarci fisicamente, ma non moralmente, sono anime indipendenti”. Il genitore non conosce nulla di questo individuo, “dovete aspettare che cresca e osservarlo attentamente per capire chi è questo estraneo. Perché il figlio è un estraneo, non è una nostra appendice”. Ma cosa possono fare i genitori quando hanno davanti a loro, questo sconosciuto, questo individuo molto diverso da loro e dai loro ideali? La risposta è semplice, accoglierlo.
Come dichiara la psicologa: “voi dovete accoglierlo così com’è e dovete accoglierlo anche se voi non siete stati accolti”. Le radici genitoriali sono profonde. L’unica consapevolezza che possono acquisire, col tempo, i figli, è accettare il fatto che i loro genitori da bambini hanno vissuto delle dinamiche disfunzionali che li hanno portati ad essere ciò che sono oggi.
Inoltre aggiunge l’esperta: “I nostri figli li conoscono meglio i loro amici e non noi genitori perché noi, quando si mostrano nel loro reale aspetto, li rifiutiamo. Se un giorno un figlio torna a casa dicendo che ha picchiato un suo coetaneo, siamo pronti a rimproverarlo senza domandargli prima semplicemente: "perché ?”. I genitori hanno delle aspettative implicite, perché vogliono essere ripagati di tutto ciò che hanno fatto per i figli. Ma queste aspettative possono schiacciarli e aumentare ancora di più il loro senso di inadeguatezza, a tal riguardo la psicologa conclude: “Se un genitore vede un figlio triste gli chiede subito: “perché che ti manca?” Non vuole sapere perché è triste, vuole dire al figlio che è ingiusto essere triste perché loro gli hanno dato tutto”.
di NATALIA SESSA
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