Tupini: "Se tratti tuo figlio con amore, capirà i no senza bisogno di punizioni"
- La Redazione

- 2 ago
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 3 ago
La psicologa Gabriella Tupini spiega perché educare con rispetto è più efficace che punire: "Un figlio amato capisce anche quando gli dici di no"

“I figli non si toccano. Mai.” Con queste parole la psicologa Gabriella Tupini rompe il silenzio su una pratica ancora troppo tollerata in Italia: lo schiaffo come strumento educativo. In un Paese dove la violenza domestica è spesso minimizzata, soprattutto se rivolta ai bambini, l’esperta lancia un messaggio chiaro.
E lo fa attraverso un confronto netto con l’America, dove i minori sono legalmente e culturalmente più protetti anche all’interno della famiglia. Ma perché in Italia si continua a giustificare certi gesti come “normali”? E cosa significa davvero educare un figlio con rispetto? I genitori picchiano i figli molto volentieri perché è un modo di sfogarsi frequentissimo e ignobile che la legge non condanna. In America i figli sono più protetti cioè il genitore non può picchiare il figlio perché il figlio lo può denunciare”. Come dichiara Tupini questo argomento riguarda innanzitutto lo scenario culturale e sociale, la differenza è ben visibile se semplicemente compariamo il nostro paese con l'America, dove i bambini sono davvero tutelati da ogni tipo di violenza, anche quella “domestica”.
In Italia come afferma la psicologa questo è un argomento trattato alla leggera, nel Bel Paese secondo Tupini, è una consuetudine dire: “Beh, ti ha dato due schiaffi, che saranno mai”. Nella nostra cultura è sempre esistito lo “schiaffo educativo” l’unico mezzo con il quale, secondo molti genitori, si riesce a correggere i figli. Tupini pur concordando con Crepet, che ne fa una questione principalmente di “stanchezza”(LEGGI QUI), dichiara che si tratta prima di tutto di rispetto. Ecco le sue parole: "Come minimo dovrebbero richiamare il genitore e dire tu non puoi prendere a schiaffi tuo figlio.
Perché gli devi rispetto, perché i figli non devono essere rispettati? Li mettiamo al mondo per non rispettarli ?" L’esperta su questo è categorica “i figli non si toccano. Qualsiasi cosa facciano non si toccano" e soprattutto è fermamente convinta del fatto, che se un bambino è stato amato, curato, protetto da piccolo questo avrà ripercussioni positive anche nella vita da ragazzo, da adolescente.
Avendo avuto queste premure non ci sarà il bisogno di metterlo in “punizione”, di “sottrargli la paghetta” o di “non farlo uscire di casa” , come dichiara l’esperta: “Se un figlio si ama non c’è bisogno di fare queste cose. Io non ho mai punito i miei figli. Di cosa dovremmo punirli? Del fatto di averli messi al mondo?”. I genitori devono avere una consapevolezza bene impressa nella loro mente, i figli non saranno mai come loro li vogliono, tenderanno quasi sempre a non essere d’accordo con il loro modo di pensare e di agire ma , continua l’esperta: “se li tratti bene e poi gli dici “guarda questo è bene che tu non lo faccia”, non sono cretini, lo capiscono”. L’esperta conclude il suo intervento che sicuramente porterà a riflettere profondamente molti genitori. Questi ultimi sono certi che la violenza e la privazione siano gli unici modi per correggere? Oppure possono provare ad attuare metodi alternativi, ugualmente efficaci, come il dialogo, l’ascolto e/o la comprensione ?
di NATALIA SESSA






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