top of page

Pellai: "I nostri figli non alzano più lo sguardo. Solo educazione, coraggio e vita reale possono riaccendere il desiderio di futuro negli adolescenti"

Lo psicoterapeuta Alberto Pellai analizza il disagio dei giovani tra iperconnessione e fragilità emotiva e spiega perché solo educazione, coraggio e realtà possono riaccendere il futuro

ree
ree

Quando si pensa alla giovinezza, la mente corre veloce ai tempi dell'adolescenza. L'adolescenza è sempre stata una fase caratterizzata dalla ricerca di se stessi, proiettandosi verso il futuro, attraverso il desiderio bramoso di scoperta del mondo esterno, in una continua dialettica rappresentata dal rapporto genitori-figli.

ree

Tuttavia le moderne generazioni sono oggi caratterizzate da una profonda chiusura verso il mondo esterno che le circonda. Gli adolescenti, infatti, tendono a rinchiudersi in se stessi, nel loro disagio e nelle loro fragilità, respingendo un confronto concreto con il mondo reale. Eppure, assume sempre più maggiore rilevanza la necessità di ricondurre i giovani alla vita reale, al di fuori del mondo ovattato delle famiglie, al fine di poter coltivare i propri obiettivi, attraverso il confronto con gli altri adolescenti, fuori dall'alveo della protezione delle loro camerette. Tale atteggiamento di chiusura, rifiuto e distacco ha determinato, soprattutto nel periodo della pandemia da Covid, il dilagare di seri problemi nell’area della salute mentale in età evolutiva.

Sui suddetti aspetti si sofferma, in maniera puntuale e precisa, Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano, il quale sottolinea che "autolesionismo, disturbi del comportamento alimentare, ansia e depressione sono fenomeni sempre esistiti nel tempo dell'adolescenza, ma mai avevano assunto le dimensioni quali-quantitative degli ultimi anni. In molti hanno attribuito la responsabilità di questo fenomeno alle molte limitazioni che la pandemia da Covid ha imposto alla vita di tutti. Limitazioni che avrebbero impattato in modo molto più intenso e significativo la salute dei minori".

ree

Tuttavia, la suddetta situazione di criticità era già sussistente nel 2012 e si è deteriorata anno dopo anno. Secondo Pellai "è come se uno sciame sismico avesse continuato ad agire su una parete provocando crepe sempre più numerose; poi all'arrivo di una scossa tellurica più intensa quella parete è caduta a terra e si è frantumata. Ciò che è accaduto all'adolescenza nell'ultimo decennio è molto simile all'immagine di quella parete che prima si riempie di crepe e poi si frantuma". 

Assistiamo, dunque, ad una generazione che si manifesta nella sua massima fragilità, con quelle insicurezze e quelle "crepe" dell'animo che si riverberano sulla capacità della mente di crescere, reagire, evolversi, assumendosi il rischio del confronto ed esponendosi verso la realtà esterna.


Il noto psicoterapeuta dell’età evolutiva, inoltre, mette in luce un aspetto di profonda rilevanza: oggi l'adolescenza è divenuta una i-Gen, ovvero una generazione dotata di i-devices, spingendo gli adolescenti a vivere una vita reale ed una vita digitale. Ed invero, tale condizione, anziché rappresentare per i giovani un'opportunità per amplificare i propri orizzonti e superare i relativi limiti, ha finito per trasporre le esperienze di vita dal mondo reale al mondo virtuale.

Infatti, "gli schermi si sono trasformati in campi magnetici che hanno progressivamente risucchiato nel mondo dei social, dei videogiochi e della pornografia l'energia vitale dei giovanissimi, favorendo tutte quelle attività votate all'ottenimento della gratificazione istantanea e allontanandosi sempre più dal mondo reale". 


E così, mentre un tempo gli adolescenti chiedevano ai genitori di andare fuori dal mondo, di esplorare e di conoscere, oggi sono tutti protesi verso i social media e verso la richiesta di uno smartphone, quale segnale di rinuncia all'esplorazione, prediligendo la gratificazione istantanea.

A tal proposito, non si può non sottolineare come, secondo Pellai, "c'è stata una drastica conversione nelle emozioni che guidano il tempo dell'adolescenza. Quando non sei più bambino ma non sei ancora adulto, la vita ti chiede di essere equilibrista che cammina su un filo sospeso tra due territori emotivi: da una parte c'è la paura, dall'altra la sorpresa. La paura arriva e ti continua a dire che è forse è meglio che smetti di muoverti, che ogni passo che fai potresti precipitare giù, che conviene tornare indietro e rinunciare a quella camminata verso un ignoto che potrebbe non avere altro da offrirti se non uno schianto a terra. La sorpresa, invece, combatte contro la paura: ti incita ad arrivare dall'altra parte”.


È proprio in questo equilibrio così precario che l'adolescente cresce e si sviluppa nel corpo, rendendosi capace di spingersi nel mondo esterno senza essere accompagnato da un adulto, per scoprire e crescere nella consapevolezza della propria evoluzione fisica.

I giovani, da sempre, sono stati spinti e mossi dalla sorpresa e dal desiderio di uscire nel mondo e di scoprirlo, soffocando così la sensazione di paura. Ma oggi si assiste, invece, ad una chiara inversione di tendenza, laddove gli adolescenti preferiscono trincerarsi nel buio di una stanza, rinchiudendosi in se stessi, nella fragilità e nel dolore.

“Da tempo i pediatri denunciano un fenomeno mai visto prima in età scolare: l’aumento esponenziale di bambini e bambine miopi, che non vedono bene ciò che sta distante da loro.


Abituati fin da piccoli a tenere in mano un mondo sempre acceso che è a distanza ravvicinata, sin dalla più tenera età i nostri figli non alzano più lo sguardo sulla vita, alla ricerca di quella linea dell’orizzonte dove il desiderio di infinito li attende e li sfida al tempo stesso. È dal valore simbolico che assume questa “epide-miopia” che si devono ripensare il mondo e l’età evolutiva. Perché, oggi più che mai, ridare speranza al futuro significa nutrire la vita di chi sarà l’adulto di domani di una tensione che lo spinge a tenere lo sguardo rivolto verso il cielo e non verso un piccolo schermo di cristallo, abitato da milioni di pixel”, in tal modo Alberto Pellai culmina la sua significativa disamina.

È necessario, dunque, esortare gli adolescenti a vivere nella realtà abbandonando l'alveo della virtualità e della sicurezza, affrontando il mondo esterno per crescere ed evolversi, anche sbagliando ma pur sempre plasmando la propria personalità, quali veri fautori del proprio destino.

ree


di VALENTINA TROPEA

Commenti


EDUCAZIONE
E CULTURA

NUOVI BANNER - 2 (2000 × 2160 px) (2).jpg
ID CERT (3).jpg
SUCCESSO 1
AUMENTA IL PUNTEGGIO IN GRADUATORIA DOCENTI
SUCCESSO 1
BANNER - NUOVA HOME PAGE

GPS 2024 2026

AUMENTA IL PUNTEGGIO IN GRADUATORIA DOCENTI
BANNER - NUOVA HOME PAGE

INVIACI IL TUO COMUNICATO

info@ascuolaoggi.it

ascuolaogginews@gmail.com

A scuola oggi è un portale che tratta notizie su quanto accade nel mondo scuola. Notizie per docenti di ruolo, docenti di sostegno, docenti precari, personale ATA, educatori, genitori e alunni. Inoltre le sezioni dedicate ai membri offrono servizi aggiuntivi: corsi gratuiti e supporto a quanti richiedono informazioni.

bottom of page