TUPINI: “NON AVREBBE MAI DOVUTO FARE FIGLI CHI DICE: QUI DENTRO COMANDO IO, QUESTA È CASA MIA ”
- La Redazione

- 12 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 13 lug
"Quel genitore non avrebbe mai dovuto fare figli, è un genitore insano. Al figlio regala solo dolore”. È rigida, inflessibile l’opinione dell’esperta, pone sempre in primo piano i figli..."

Con quali parole è giusto rivolgersi ai figli? A volte, presi dalla rabbia, sfuggono dalla bocca dei genitori delle parole forti che lasciano delle ripercussioni permanenti nella vita dei ragazzi. A tal riguardo ci viene in soccorso Gabriella Tupini, psicologa virale del web, nota per la sua saggezza e semplicità, i suoi video divulgati su tutte le piattaforme social lasciano sempre il segno.
La psicologa, in particolare, rivolge delle critiche dure ed aspre nei confronti dei genitori e afferma: “ Ci sono ancora oggi dei genitori che dicono ai figli: “Qui dentro comando io”, “Questa casa è la mia ”, “Il giorno in cui te ne andrai potrai fare quello che ti pare”. Gli esempi che ci propone l'esperta sono frasi alle quali siamo stati abituati, e nella nostra cultura sono sempre state ritenute “normali”, ma l’esperta ci apre altre prospettive, per lei queste frasi sono causa di forte disagio e dolore e a tal proposito aggiunge: “ Quel genitore non avrebbe mai dovuto fare figli, è un genitore insano. Al figlio regala solo dolore”. È rigida, inflessibile l’opinione dell’esperta, pone sempre in primo piano i figli, secondo Tupini la vita dell’adulto si forma principalmente nella sua infanzia e dal rapporto che si instaura con i genitori.
Il bambino ha un bisogno spropositato di sentire amore e affetto per crescere felice, soddisfatto e con un alto grado di autostima. Se al figlio manca questo lo avverte anche da queste “semplici” frasi, l’esperta continua la sua critica: “Quel figlio o figlia crescerà addolorato, oppure farà il prepotente con altri. Dipende dall’indole del suo carattere”. Questa durezza nei confronti dei figli, lede la loro sfera emotiva riportando conseguenze gravissime, a seconda della loro conformazione caratteriale questi possono prendere due strade: chiudersi nel dolore e nella frustrazione trasformando questi sentimenti in forte ansia e addirittura depressione, oppure trasformare la “violenza”, seppur verbale ricevuta dai genitori, nei riguardi dei loro coetanei diventando possibili soggetti aggressivi.
La nostra cultura è stata sempre improntata sulla centralità della figura paterna, ovvero una figura autorevole e stimabile alla quale dover obbedire senza alcuna replica. Ma col tempo anche questo modello di famiglia tradizionale è mutato, i genitori sono entrati molto più in confidenza con i figli e non esiste più una scala gerarchica. Questo stravolgimento dei ruoli , per quanto per i figli possa essere un beneficio, per molti psicologi ed esperti è la causa di gravi danni delle nuove generazioni, inoltre, credono fermamente che per sanare queste lacune evolutive dei bambini/adolescenti sia opportuno riportare la figura del genitore ad un naturale ruolo di centralità ed autorevolezza.
di NATALIA SESSA






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