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Supplenze: l'algoritmo "pigro" non torna indietro, D'Aprile (UIL) denuncia gravi disfunzioni e forti disagi."Ripensare il modello di reclutamento e magari nel mentre tornare alle nomine in presenza"

Un malfunzionamento che produce effetti paradossali: insegnanti con punteggi più alti superati da colleghi meno titolati, nomine effettuate e poi annullate nel giro di 24 ore, contratti stipulati su posti inesistenti. Un sistema che genera precarietà...

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Il Segretario generale della UIL Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, ha denunciato ancora una volta le gravi disfunzioni del sistema informatico per l’assegnazione delle supplenze docenti. Gli errori registrati in province come Bari, Benevento, Prato e Lecce hanno coinvolto migliaia di insegnanti precari, con rettifiche, rinunce e incarichi revocati persino dopo la presa di servizio.


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Tra i nodi principali segnalati dalla UIL, spicca una criticità strutturale: l’algoritmo non è in grado di tornare indietro. Una volta eseguito lo scorrimento delle graduatorie e assegnati i posti disponibili, il sistema non riconsidera i candidati esclusi nei turni successivi. Ciò significa che un docente che non riceve una nomina perché le sue preferenze non erano disponibili viene automaticamente considerato rinunciatario, restando escluso anche da eventuali cattedre che si rendono libere in seguito.


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Un malfunzionamento che produce effetti paradossali: insegnanti con punteggi più alti superati da colleghi meno titolati, nomine effettuate e poi annullate nel giro di 24 ore, contratti stipulati su posti inesistenti. Un sistema che genera precarietà, discontinuità didattica e un sovraccarico enorme per le segreterie scolastiche e i dirigenti, costretti a riorganizzare continuamente l’offerta formativa.

La UIL sottolinea come questi disagi non colpiscano solo i supplenti direttamente coinvolti, ma l’intera comunità scolastica: studenti che si vedono cambiare insegnante più volte, scuole che faticano a garantire stabilità e famiglie che vivono l’incertezza di un avvio frammentato.

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Per il sindacato, la questione non è più rinviabile: serve una riforma complessiva del reclutamento, basata su tempi certi, procedure trasparenti e personale stabile. Già due anni fa era stata avanzata la proposta di tornare temporaneamente alle nomine in presenza, in attesa che il sistema informatico venisse perfezionato. Un passo indietro solo apparente, che avrebbe permesso di garantire invece maggiore equità e rispetto dei diritti dei docenti.

Oggi, di fronte a un algoritmo che non torna indietro e a un’organizzazione che rischia di incepparsi ogni anno, il messaggio è chiaro: non basta correggere qualche difetto tecnico, occorre ripensare l’intero modello di reclutamento.


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di LA REDAZIONE




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