Stop alle classi pollaio. La denatalità non può essere la scusa per ridurre il numero di classi, bisogna invece ridurre il numero minimo di alunni per classe
- La Redazione

- 15 ago
- Tempo di lettura: 2 min
"Un Paese senza giovani e alunni è destinato ad un futuro modesto: le nostre classi non si possono svuotare ma vanno riempite. Il Governo deve quindi implementare... "

“Le aule scolastiche si svuotano per via del calo di nascite? Il settore dell’Istruzione deve fare certamente affidamento a regole riparametrate, con una riduzione importante del numero minimo di alunni per classe e la cancellazione definitiva delle classi pollaio, ma anche fare affidamento a dei governi che lottino con tutte le forze per combattere la denatalità”.
Lo dice oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, rispondendo all’indagine di INPS e MEF sulla crisi demografica e la progressiva riduzione di iscrizione nelle nostre scuole da parte degli studenti. “Un Paese senza giovani e alunni – continua Pacifico - è destinato ad un futuro modesto: le nostre classi non si possono svuotare ma vanno riempite. Il Governo deve quindi implementare le risposte sulla denatalità: dopo il bonus mamme (da allargare alle precarie) e il congedo parentale, servono maggiori incentivi e protezioni per favorire la natalità.
E nessuno provi a dire che il problema è nel rapporto troppo stretto tra alunni e docenti, il più basso dell’Unione Europea perché tale rapporto non tiene conto che un insegnante su sei è su posti di sostegno e da noi ci sono pure i docenti di religione cattolica che non sono conteggiati altrove”. “Anzi – incalza il presidente nazionale -, dovremmo approfittare per rivedere le norme sull'obbligo scolastico dai 3 ai 18 anni rispetto agli 11 anni previsti per Costituzione, cancellando poi una volta per tutte le classi pollaio, andando ad incidere sul numero minimo di alunni per classe, sulla tutela delle scuole collocate nelle zone a rischio, isolate o in luoghi economicamente depressi, oltre che sull'orario settimanale scolastico ridotto di tre ore dai 15 anni in su”, conclude il sindacalista Anief.
di LA REDAZIONE
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