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Docenti: riscatto gratuito della laurea e pensione anticipata, la petizione di Anief da i suoi risultati

Aggiornamento: 10 ago

"Ridurre l’età media dei docenti italiani e del personale scolastico è un obiettivo imprescindibile: bisogna andare in pensione anticipata con riscatto gratuito della laurea..."

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Se venisse accolto quanto richiesto tramite la petizione lanciata da Anief, oggi tra docenti e ATA, sarebbero in 230mila ad andare in pensione. Un dato importante che darebbe un volto più giovane alla scuola italiana e nel contempo darebbe il giusto compenso a quanti si sono spesi per il mondo della scuola.

Ridurre l’età media dei docenti italiani e del personale scolastico è un obiettivo imprescindibile: bisogna andare in pensione a 60 anni, con riscatto gratuito della laurea, e non certo come adesso che si può lasciare il lavoro quasi a 70.

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A dirlo è Marcello Pacifico, presidente del sindacato autonomo Anief, a proposito dell'anticipo pensionistico da attuare per forza di cose nella scuola, perché è impensabile non riconoscere la presenza dell’elevato burnout per chi lavora negli istituti scolastici derivante dallo stress da lavoro correlato.

Il sindacalista pone l'attenzione sulla petizione lanciata da Anief che ha raggiunto 116.540 sostenitori(CLICCA QUI ) , attraverso la quale per il personale che lavora negli istituti scolastici si chiede il pensionamento a 60 anni e il riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria: "Abbiamo visto – dichiara Pacifico- che ci sono delle norme che permettono al personale delle Forze armate di poter andare in pensione a 59 anni col massimo contributivo e non si comprende perché, invece, a scuola, dobbiamo avere più di 230 mila over 60 che continuano a lavorare, aumentando quel gap generazionale tra alunni rispetto agli insegnanti e al personale scolastico. È evidente che bisogna riconoscere che, anche nella scuola, sia opportuno lasciare il lavoro a 60 anni e col massimo contributivo, come avveniva prima".

Secondo il leader dell’Anief "sarebbe un segno di riconoscimento per il personale scolastico, unitamente al fatto che per gli ufficiali dell'esercito è previsto ancora oggi il riscatto gratuito degli anni di formazione della laurea come avviene anche in Germania. Anche in questo caso – continua Pacifico - si comprende perché nella scuola bisogna pagare più di 7-8 mila euro per ogni anno di riscatto di un titolo, che poi serve per accedere alla formazione”. La gratuità del riconoscimento ai fini previdenziali “permetterebbe anche di poter aumentare il numero dei laureati e sarebbe anche un’importate misura di valorizzazione della laurea, in un Paese dove purtroppo da 15 anni si registrano sempre meno studenti che concludono l’Università. Questa proposta, tra l’altro, era stata già avanzata dall'ex presidente dell'Inps Raffale Tridico”.

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Il presidente Anief ha calcolato che per questa operazione "ci vogliono risorse per almeno un miliardo e mezzo di euro, ma è un investimento anche nei confronti delle giovani generazioni e, soprattutto, per il personale scolastico, che è deputato a costruire una società più giusta e più equa. È importante quindi valorizzare il personale", conclude Pacifico, ricordando proprio che il sindacato "ha lanciato una petizione che ha raccolto in un mese più di 75.000 firme per convincere il decisore politico a valorizzare chi lavora nella scuola". Con un risultato finale che ha raggiunto 116.540 sostenitori(CLICCA QUI ).

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di LA REDAZIONE

10 commenti


Maria
11 ago

Il Riscatto della laurea è un'ottima proposta. Anief è l'unica voce che fa proposte concrete.

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Ospite
10 ago

Ho 64 e non ne posso più. Alla pensione anticipata ormai ho messo sopra una croce.... ma almeno riconoscetemi gli anni di università!

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Antonio Punzo
10 ago

Signor Pacifico mi può spiegare come mai siamo l'unico ente pubblico che non percepisce i buoni pasto? Perché ancora i nostri stipendi non ricevono un giusto aumento per una vita congrua? Perché ancora ci prendete in giro con tante parole e pochi fatti? Noi vogliamo fatti non promesse allusioni, dovete organizzare scioperi e disagi perché noi vogliamo essere rispettati! Poi per rispondere ad altri commenti stupidi: ognuno scegli il suo lavoro, poi lo stress dipende dal lavoro? Poi gli stipendi sono uguali? Non credo proprio!

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Carmela Giglio
10 ago

Perché il personale della scuola è più stanco e stressato di chi lavora nella PA 36 ore settimanali senza ponti, vacanze estive ecc., o di un muratore o manovale che lavora otto ore al giorno sotto il sole cocente o con il freddo che spacca le mani?

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Ospite
10 ago
Risposta a

Lei ha mai insegnato? Magati x 25 anni iniziando a 28/30 anni xché x 10 anni non sono stati banditi concorsi. Un insegnante non può chiedere permessi ed è costretto a fare vacanza quando costa di più. Non può ammalarsi, gli vengono sottratti dei soldi e poi si ritrova una mole di lavori non svolto. Corregge i compiti dei suoi allievi, 30, a casa con luce e riscaldamento a suo carico. Con lo stipendiuccio che ci danno..... Lei sa che significa interessare e motivare 30 allievi allo studio? Tutto questo x 4 ore al giorno di filato, senza una stanza fissa, senza poter andare al bagno, se non trovi un collaboratore che "guardi" la classe? Studiare didattica, stategie d'insegnamento, preparare…

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Simonetta
10 ago

Sono d'accordo, di riconoscere gli anni universitari a prescindere. Si parla di ministero dell'istruzione e della meritocrazia. Sono stati anni di sacrificio e rinunce, anche in termini economici per le famiglie. Aggiungerei gli anni per i diplomi, e i Tirocini, dovrebbero essere utili, in qualche forma, figurativa. Chiamiamolo credito previdenziale. per ogni fine ciclo 1 anno coperto, come per il servizio militare di un tempo. In fondo è un investimento per l'umanità l'istruzione.

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