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Sostegno: Formazione qualificata, selettiva e con tirocinio obbligatorio; Assunzioni stabili per chi già ha completato percorsi seri; Fine delle scorciatoie "formative”: ecco alcune richieste del CDSS

"Di che formazione stiamo parlando, se dopo corsi selettivi, come il TFA,  la quasi totalità dei specializzati non viene stabilizzata? Il meccanismo continua a formare, abilitare, ma..."

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La questione del precariato appare oggi più che mai estremamente allarmante e preoccupante: si investe sulla formazione ma si fatica a stabilizzare docenti qualificati e competenti, si prediligono le supplenze e si abusa sistematicamente dei contratti a termine, precludendo così la possibilità a molti docenti di svolgere adeguatamente e congruamente la propria funzione, tenuto conto anche degli stipendi molto bassi che non consentono di vivere dignitosamente soprattutto nel caso in cui ci si debba spostare al Nord per poter svolgere il proprio lavoro, alla luce di canoni di locazione molto elevati che ci si ritrova costretti a dover pagare.

Ma la situazione appare ancora più difficile da gestire ed estremamente delicata se si fa riferimento al sostegno: i percorsi di specializzazione dedicati a triennalisti ed abilitati all'estero, ex art. 6 e 7 del D.L. 31 maggio 2024, n. 71, i c.d. CORSI INDIRE, interamente online, svolti in circa 2 mesi, che non garantiscono un'adeguata formazione, hanno sicuramente accentuato la disparità di trattamento rispetto a docenti di sostegno specializzati tramite TFA, che hanno invece frequentato e seguito percorsi universitari rigorosi, in presenza, strutturati, capaci di garantire qualità, competenze reali e preparazione sul campo.


A tal fine il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati si esprime in merito in tal modo:

"Non è un’ironia del destino: è il risultato drammatico di una politica scolastica che forma migliaia di docenti per poi affidare le cattedre quasi esclusivamente a precari. I dati incredibili provano la distanza tra formazione e reale stabilizzazione lavorativa:

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A Milano, nell’anno scolastico 2024/25, solo l’1,8% dei posti di sostegno è stato coperto da docenti di ruolo, contro un impressionante 98,2% di supplenti .

A Novara, il quadro è altrettanto agghiacciante: il 4% dei posti è andato ai docenti di ruolo, mentre il 96% è stato coperto da supplenze.

Di che formazione stiamo parlando, se dopo corsi selettivi, come il TFA,  la quasi totalità dei specializzati non viene stabilizzata? Il meccanismo continua a formare, abilitare, ma non stabilizzare.

La formazione trasformata in merce.


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Il TFA sul sostegno, concepito come un percorso rigoroso (accesso selettivo, tirocinio intensivo, confronto con le scuole), si è quasi dissolto nel DL 71/2024: con esso introduzione dei corsi da 30 CFU online, sprovvisti di tirocinio, e accesso diretto alla prima fascia delle GPS anche senza esperienza inclusiva.

Nel frattempo, università, enti accreditati e piattaforme private proliferano micro-corsi, certificazioni, master, tutti venduti come scorciatoie per ottenere punteggio. La formazione diventa un prodotto e il docente un consumatore obbligato".


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Ecco punto per punto ciò che viene denunciato dal Collettivo Docenti di Sostegno specializzati.


Precarietà come business

Il docente precario è spinto a comprare certificazioni, master, punteggi: un circuito che arricchisce chi eroga formazione, impoverisce la didattica e alimenta un sistema senza visione.

Nonostante siano disponibili oltre 22.000 docenti specializzati sul sostegno nella secondaria di secondo grado senza nomina nel 2024/25, molte cattedre restano scoperte per ragioni strutturali: uno stipendio da circa 1.600 € mensili non basta per vivere dignitosamente in città con elevati costi di affitto.

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Violazioni normative e logica del contratto a termine

Lo Stato ignora la Direttiva europea 1999/70/CE e le sentenze della Corte di Giustizia (C‑50/13, C‑331/17), che vietano l’abuso sistematico dei contratti a termine. Non è solo illegalità: è strategia. Un modo per mantenere il personale sempre in formazione obbligatoria, sempre precario. Questo vincolo silenzioso costringe a comprare formazione anziché fruire di investimenti pubblici stabili.


Il costo della discontinuità

Quando il docente è instabile, lo è anche l’apprendimento degli studenti. Tra corsi rapidi e certificazioni usa e getta, la scuola smette di essere presidio di democrazia e coesione sociale.

Serve una visione nuova:

- Formazione qualificata, selettiva e con tirocinio obbligatorio;

- Assunzioni stabili per chi già ha completato percorsi seri;

- Piano di attrattività territoriale stipendi dignitosi, supporti abitativi  in particolare per le regioni del Nord con più cattedre libere;

- Fine delle scorciatoie “formative” funzionali alla precarietà sistemica.

Solo così la formazione tornerà un processo coerente, utile, partecipato. Non più merce, ma diritto e dignità per il corpo docente.


di VALENTINA TROPEA



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