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Pellai: “Il compito di un genitore non è essere il garante della felicità del figlio, bensì è allenarlo alla vita in modo tale che possa costruire il percorso che lo renderà capace di autorealizzarsi"

Pertanto un genitore non dovrà essere servizievole, sempre accondiscendente, garante della felicità del figlio, ma anzi dovrà fornirgli gli…

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Ad oggi è preferibile essere genitori autorevoli o genitori autoritari? Ma soprattutto qual è la differenza tra un genitore autorevole ed un genitore autoritario? Un figlio non può fare a meno dell’autorevolezza adulta?


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Questo l’interrogativo che si pone Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano, attraverso il quale poter riflettere sul profondo mutamento che la genitorialità ha subito negli ultimi decenni. “C’è stato un tempo in cui un genitore era incontestabile. Si obbediva in silenzio. A volte si subivano regole e ‘no’ che erano senza senso. A volte si davano botte per contenere, regolare e farsi obbedire da un figlio. Questo stile genitoriale improntato su autorità e obbedienza incondizionata è stato spesso fonte di sofferenza e disagio. Ha reso molti figli impauriti o arrabbiati con i propri genitori, impedendo di stabilire quella connessione emotiva e quel supporto di cui un figlio ha molto bisogno e che permette di sviluppare un attaccamento sano e sicuro con chi si prende cura della sua crescita.

Nel tentativo di non finire più nella trappola dell’autoritarismo fine a se stesso, negli ultimi decenni la genitorialità ha preso spesso la direzione dell’affetto incondizionato: ‘Figlio mio, io per te non sarò mai causa di sofferenza e frustrazione. Accoglierò tutte le tue richieste e sarò la sorgente della tua felicità’. Questo approccio all’educazione è altrettanto deficitario, perché crea fragilità”, ecco la riflessione degna di nota dello psicoterapeuta dell’età evolutiva.

Dunque, mentre in passato lo stile genitoriale era basato su autorità e obbedienza incondizionata, privando però i figli di quella importante connessione emotiva che dovrebbe instaurarsi con chi si occupa della loro crescita, adesso invece la genitorialità ha subito un profondo mutamento, trasformandosi in affetto incondizionato, generando però ulteriori problematiche e difficoltà.

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Ed allora quale dovrebbe essere realmente la funzione svolta da un genitore nell’ambito del processo formativo e di crescita di un figlio?

Alberto Pellai, senza alcuna esitazione, coglie l’occasione per esprimere il suo pensiero in tal modo:

“Il compito di un genitore non è essere il garante della felicità del figlio, bensì è allenarlo alla vita in modo tale che quel figlio sia poi in grado di generare il proprio personale percorso alla ricerca della felicità. Il genitore allena un figlio a costruire il percorso che lo renderà capace di autorealizzarsi. E questo percorso non prevede l’iperprotezione e tanto meno l’eccesso di accondiscendenza verso ogni richiesta che il figlio fa”.


Pertanto un genitore non dovrà essere servizievole, sempre accondiscendente, garante della felicità del figlio, ma anzi dovrà fornirgli gli strumenti adeguati per poter percorrere il proprio cammino in autonomia, supportandolo nel personale processo di autorealizzazione.

Dunque la differenza tra genitore autoritario e genitore autorevole in cosa consiste?

“La differenza tra genitore autoritario e autorevole sta tutto qui: entrambi questi approcci genitoriali prevedono che l’adulto sostenga in modo fermo il ‘no’ e non prevenga le frustrazioni nella vita del figlio. Ma mentre il genitore autoritario forniva ‘no’ potenti e frustrazioni che a volte erano inutili – se non sadiche – il genitore ‘autorevole’ fornisce i ‘no’ che aiutano a crescere (ovvero i ‘no’ competenti) e aiuta un figlio ad affrontare e gestire quelle frustrazioni che nel principio di realtà non possono non esserci. Senza sostituirsi a lui e senza prevenirle in modo ansioso.


Perché per diventare grande, quelle frustrazioni devono essere affrontate e attraversate.

Ecco perché oggi l’autorevolezza è forse la dimensione educativa di cui i nostri figli hanno in assoluto più bisogno”, in tal modo conclude la sua disamina Alberto Pellai.

Oggi più che mai, quindi, un figlio non può fare a meno dell’autorevolezza adulta: un genitore autorevole, infatti, deve fornire i ‘no’ che aiutano a crescere, senza interporsi, senza spianare la strada del figlio, ma anzi permettendo a quest’ultimo di sperimentare le cadute e di affrontare le difficoltà che la vita gli porrà dinanzi grazie al coraggio di chi ha imparato a cavarsela da solo.

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di VALENTINA TROPEA

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