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Maturità 2025: promossi anche senza orale, il caso che apre scenari inaspettati. Novara: "Serve un effetto domino"

Daniele Novara rilancia: "Basta voti numerici, serve una nuova scuola". Dopo il gesto del maturando che ha rifiutato l’orale, si riapre il dibattito sul valore del colloquio finale...

“Io questo colloquio non lo voglio sostenere”. Con queste parole un maturando ha scelto di non partecipare alla prova orale dell’Esame di Stato, trasformando il suo silenzio in un atto di protesta contro il sistema scolastico. E il gesto, oltre a far discutere, ha trovato un sostenitore d’eccezione: il pedagogista Daniele Novara, che parla di “coraggio educativo” e auspica un effetto domino tra gli studenti.

Una forma di protesta che ci riporta agli agni settanta. Il ragazzo, 19 anni, aveva già ottenuto 62 punti tra crediti e prove scritte, sufficienti per superare l’esame. Di fronte alla commissione ha inizialmente scelto il silenzio, dichiarando di voler "rifiutare un sistema che non rappresenta le reali capacità dei ragazzi". Dopo un breve scambio formale sulle materie preferite, ha ottenuto il minimo dei punti (3) ed è stato comunque promosso con 65/100.

Un caso raro, ma non illegittimo, che ha sollevato interrogativi tra i docenti e forte attenzione mediatica.

Novara: “Solidarietà al maturando ribelle”

Intervistato da Adnkronos, Daniele Novara, fondatore del CPP (Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti), esprime pieno sostegno al giovane:

"È molto positivo che siano gli studenti stessi a mettere in discussione un sistema ormai arcaico e non più al passo coi tempi".

Secondo Novara, l’azione del maturando richiama le mobilitazioni studentesche degli anni Settanta, quando i giovani riuscivano a incidere realmente sui modelli educativi:

“Serve una scuola senza voti numerici, capace di valutare il percorso e non solo la performance”.

Il caso ha avuto ampia risonanza, anche per le reazioni contrastanti da parte dei docenti. La presidente della commissione ha parlato di “insulto al lavoro degli insegnanti”, ma non sono mancati i segnali di comprensione.

Lo stesso Novara invita a una riflessione collettiva:

“L’ansia da valutazione genera competizione, non apprendimento. Ho visto ragazzi diventare aggressivi solo per un punto in più. Serve un cambio di paradigma”. Secondo la normativa vigente, è tecnicamente possibile ottenere il diploma senza sostenere il colloquio, a patto di aver raggiunto i 60 punti minimi. Ma è raro che ciò accada. Il caso in questione potrebbe però aprire nuovi scenari, con un numero crescente di studenti pronti a mettere in discussione l’intero impianto valutativo.

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di NATALIA SESSA

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