Maturità 2025, vicepreside colpita con uova: alunni e genitori complici, quali sanzioni?
- La Redazione
- 1 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 2 lug
“Gettare uova, farina o lanciare fumogeni non è più un gioco: è un comportamento che mette a rischio l’incolumità delle persone e danneggia il patrimonio scolastico..."

Nei giorni scorsi abbiamo riportato una notizia che ha suscitato molto clamore: una vicepreside, durante la sessione degli orali di maturità in un istituto della provincia di Livorno, mentre era al lavoro nel suo ufficio è stata colpita da un uovo lanciato dagli studenti dall’esterno della scuola. Una "festa" degenerata in vandalismo, con conseguente sospensione degli esami per un giorno e l’indignazione della dirigente, che ha denunciato una situazione "terrificante".
Ancora oggi ci si chiede: ma cosa è successo dopo? Che tipo di sanzioni hanno subito i ragazzi coinvolti? E quali riflessioni emergono sul ruolo educativo della scuola e della famiglia? Secondo fonti interne all’istituto coinvolto l’ identificazione dei responsabili è ancora in corso, grazie all'analisi dei filmati delle telecamere esterne e alle segnalazioni del personale scolastico. In attesa di una conferma ufficiale, non si esclude l’avvio di procedimenti disciplinari a livello scolastico, che potrebbero sfociare in richiami formali e, in casi più gravi, in segnalazioni alle autorità competenti. L'ufficio scolastico provinciale sta monitorando la situazione. Al momento, non risultano provvedimenti penali immediati, ma il gesto potrebbe rientrare in fattispecie sanzionabili se si configurasse un atto volontario di lesione o danneggiamento. Il momento della fine degli esami dovrebbe rappresentare un’occasione di sollievo, condivisione e gioia. Ma quando si supera il limite della goliardia e si entra nel campo del vandalismo la responsabilità diventa evidente. Gettare uova, farina o lanciare fumogeni non è più un gioco: è un comportamento che mette a rischio l’incolumità delle persone e danneggia il patrimonio scolastico.
È fondamentale che le scuole garantiscano ambienti sicuri anche in occasioni particolari come le maturità, e che gli studenti imparino a distinguere il lecito dall’eccessivo, il simbolico dal pericoloso. Ancora più allarmante è l’aspetto emerso dai racconti di docenti e collaboratori scolastici: in alcuni casi sono stati i genitori stessi a fornire ai ragazzi le uova e altri "strumenti da lancio". Un comportamento che mina il patto educativo scuola-famiglia e trasmette ai ragazzi un messaggio sbagliato: che sia accettabile "sfogarsi" anche con azioni irrispettose. Il momento del diploma dovrebbe essere un passaggio di crescita, e non un’occasione in cui gli adulti si rendono complici della regressione al disordine.
Le possibili conseguenze: verso un nuovo codice di comportamento?
Se gli autori materiali dell’atto saranno identificati, le scuole potrebbero applicare sanzioni disciplinari anche retroattivamente, e non si esclude l’intervento delle autorità scolastiche regionali o della polizia. Inoltre, potrebbe aprirsi un dibattito più ampio su come preparare gli studenti alla gestione emotiva del "dopo esame", con attività alternative e supervisionate. L’episodio di Livorno è un campanello d’allarme. Serve una riflessione seria su come festeggiare in modo sano, su quale messaggio trasmettere ai ragazzi e su quale responsabilità ciascun adulto si assuma nel percorso verso la maturità, anche oltre il voto finale.
di NATALIA SESSA
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