MATURITÀ, CREPET: I RAGAZZI NON SONO CAPITI DALLA SCUOLA. PROTESTARE ALL’ULTIMO PUÒ ESSERE Utile?
- La Redazione

- 12 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 18 lug
“È vero che la scuola non capisce i ragazzi: il sistema scolastico non si è mai adeguato a questa necessità. Nessuno in classe domanda a questi giovani come stanno..."

Le turbolenti polemiche che girano attorno agli esami di maturità hanno scosso l’opinione di diversi esperti, tra i quali anche Paolo Crepet, noto psichiatra e sociologo che, in merito alla studentessa che ha fatto “scena muta” per protestare contro una scuola che non l'ha capita ha dichiarato: “È andata proprio fuori tempo massimo. Protestare adesso, che senso ha? Non serve a niente”. Secondo l’esperto, la studentessa avrebbe dovuto far sentire prima la propria voce. A tal riguardo afferma: “In 13 anni di scuola, io avrei parlato prima. Se si ha l’intenzione di cambiare le cose. Anche perché in fondo sulle motivazioni ha anche ragione: avrebbe potuto stanare i suoi docenti e chiedergli: dove vi siete nascosti?”.
Per l’esperto questi ragazzi in fondo hanno ragione, la scuola italiana non li riesce a comprendere: “Rispetto molto il punto di vista della studentessa perché è vero che la scuola non capisce i ragazzi: il sistema scolastico non si è mai adeguato a questa necessità. Nessuno in classe domanda a questi giovani come stanno. Non esiste lo spazio o il momento giusto per farlo: non è proprio previsto”. Secondo Crepet, è ancora una volta responsabilità della scuola, in collaborazione con la famiglia, cercare di tendere una mano verso gli studenti, creare luoghi d’ascolto in cui sentirsi sicuri e protetti sia di fondamentale importanza per la loro crescita, purtroppo però in questa vicenda c’è anche un’altra verità, come dichiara l’esperto: “la ragazza se l’è presa con l’unica cosa con cui non doveva prendersela”, perché, secondo il sociologo, non è corretto andare contro il giudizio, contro la valutazione, a tal proposito dichiara: “i ragazzi non accettano la valutazione ma non è possibile affrontare la vita con questo atteggiamento. Ci piace tanto Sinner ma poi, quando tocca a noi, i voti non vanno bene. Sinner accetta le sconfitte, quindi la valutazione negativa, e va avanti per cercare di migliorare”.
Come ci spiega l’esperto dietro all’allenamento duro di Sinner non c’è solo l’obiettivo della vittoria, che a volte può anche non verificarsi, ma il tennista si allena duramente anche per “affrontare le sfide senza paura”, continua l’esperto: “ la valutazione non è sempre positiva ma questa è la vita”. Crepet inoltre afferma che ormai è facile parlare di fragilità ed insicurezze dei ragazzi, ma adottare un atteggiamento che non destabilizza i loro equilibri non sempre è proficuo, come lui stesso dichiara : “Non possiamo spostare sempre l’attenzione sulle fragilità. Devono abituarsi ai voti che ti dà la vita.
Esiste ancora il non classificato? Potrebbe capitare anche quello e non sarebbe una tragedia. Impariamo ad accettare la valutazione e quando perdiamo andiamo avanti. Così si impara”, ritornando al discorso della studentessa per l’esperto sarebbe stato più opportuno giocare d’anticipo e non aspettare l’ultimo giorno degli esami di maturità, a tal proposito conclude con questo intervento al quotidiano Il Messaggero: “Abbiamo tutti il diritto di essere ascoltati. Vuoi dire qualcosa? Dilla, prenditi lo spazio con decisione. Ma fallo durante il percorso, non alla fine”
di NATALIA SESSA






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