Maria Rita Parsi: "L’ascolto è accoglienza, disponibilità e attenzione autentica che l’adulto mette a disposizione del bambino che deve crescere e educare, accettazione senza condizioni”
- La Redazione
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Ma ciò che dà forma all’anima del bambino, ciò che gli permette di entrare in contatto con le sue emozioni è sempre e soltanto l’ascolto….

Il legame che si instaura tra una madre ed il suo bambino è un legame speciale, unico: “ogni comunicazione ha inizio nella vita intrauterina, attraverso le complesse comunicazioni biochimiche che legano il bambino al corpo della madre, e con l’alimentazione, naturale o artificiale che sia, che il bambino riceve e che permette al suo corpo di nutrirsi, di crescere e, insieme, di tracciare”, così come delineato molto dettagliatamente ed accuratamente da Maria Rita Parsi, psicologa e psicoterapeuta italiana, presidente della Fondazione Movimento Bambino Onlus ed ex membro del Comitato ONU per i diritti del fanciullo.
Ma ciò che dà forma all’anima del bambino, ciò che gli permette di entrare in contatto con le sue emozioni, con i suoi desideri, ma soprattutto ciò che gli consente di avere una comunicazione diretta con le altre persone è sempre e soltanto l’ascolto.
“L’ascolto è accoglienza, accettazione senza condizioni; disponibilità e attenzione autentica che l’adulto, se è cosciente del valore formidabile e decisivo dell’infanzia, a partire dalla propria, mette a disposizione del bambino che gli vive accanto e che egli deve crescere e educare”, queste le parole della psicoterapeuta italiana che lasciano senza fiato, evidenziando come il neonato nasca con abilità istintive che hanno valore di comunicazione.
“Il pianto, il sorriso, le lallazioni, ovvero i primi suoni articolati espressi dal bambino, sono colti dai genitori come segnali capaci di trasmettere stati d’animo, bisogni, richieste, che l’adulto impara a decodificare per restituire una risposta adeguata”, in tal modo Maria Rita Parsi sottolinea come un genitore accorto e disponibile sia in grado di distinguere, ad esempio, un pianto di fame da un pianto di sonno o ancora un pianto di paura da uno di solitudine.
“Istintivamente, i piccoli danno valore e credito alle sensazioni che provano: queste rappresentano una bussola emotiva che li orienta nella ricerca del piacere, del bene e del bello e li pone in allerta di fronte a ciò che può rivelarsi minaccioso e fonte di sofferenza. È necessario che gli adulti comprendano appieno l’importanza di questa innata disposizione dei bambini all’ascolto della ‘tonicità’: toni vocali, toni muscolari, toni posturali e sguardi risultano più significativi ed efficaci di quanto possano esserlo tante ragionevoli e sagge ‘chiacchiere’”, così come ribadito senza alcuna esitazione dalla psicologa e psicoterapeuta italiana.
I genitori, pertanto, si offrono ai figli come insostituibili “specchi emotivi”: il bambino riuscirà a costruire una propria identità solida ed equilibrata solo se l’immagine riflessa sarà autentica e veritiera.
Dunque gli adulti di riferimento dovranno essere empaticamente vicini e partecipi al sentire dei bambini così da garantire loro una presenza costante ed una sintonia emotiva dal valore incomparabile.
di VALENTINA TROPEA