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Lucangeli: "Tu hai valore di esistere, l'attenzione verso l'altro è un dono che fai a te stesso, ci rende meno soli. Per ricevere amore occorre dare amore"

“Se noi non guardiamo l'altro, il cervello limbico dell'altro innesca un processo in cui sente di non avere valore di esistere...”

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Siamo tutti alla ricerca di attenzioni ma poco disposti a dare attenzioni e questo discorso, secondo Daniela Lucangeli, vale sia per adulti che per giovanissimi. L’esperta interviene su un tema delicato e con semplicità cerca di spiegarci come funzionano i rapporti umani e come funziona il nostro cervello in relazione a questi. Tutto quello che avviene tra mente e relazioni è qualcosa di veramente affascinante. Dai rapporti possiamo ottenere tutto ma solo se in cambio siamo disposti a metterci in gioco al 100% con una “presenza autentica”.

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Parlando di rapporti umani Daniela Lucangeli afferma: “ Se io compenso il mio bisogno di te attraverso un social per un po’ sto bene, ma dopo un po’ quel bisogno di te mi fa sentire sempre più solo. Perché è artificiale il modo in cui compenso quel mio bisogno naturale”. Dobbiamo prestare molta attenzione a come soddisfiamo i nostri bisogni, non possiamo sostituire una videochiamata con un incontro di sguardi, nel quale avviene un vero e proprio scambio di energie, di connessione e di emozioni. Nella nostra società tutti noi abbiamo bisogno che la presenza dell’altro si vera, sia autentica, altrimenti ci sentiamo soli, anche con milioni di persone attorno, continua Lucangeli, “se mi sento solo significa che il segnale che mi da il mio cervello è : “cerca l'altro”. Non significa che l'altro deve venire da me”.

Per far funzionare bene un rapporto, qualsiasi, occorre comunicare. La solitudine è uno stato emotivo che sperimentano tutti nella vita. Non è semplicemente essere soli ma non essere ascoltati, non essere visti, non essere compresi e quando questo meccanismo si verifica in una famiglia indistintamente dal ruolo che si ha in essa, questo stato emotivo pesa un po' di più.

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Ma gli altri non hanno sempre la capacità di comprenderci, per far sì che accada, dobbiamo “sbloccare un livello successivo”, nel quale noi ci mettiamo nella condizione che la comunicazione accada. A tal proposito afferma Lucangeli: “Se il cervello ti dice che “ti senti solo”, ti sta dicendo, vai in cerca dell'altro. La dobbiamo capire questa dinamica del cervello. Chiedi amore, dai amore. Chiedi presenza, dai presenza. Non è una legge etica delle antropologie spirituali, più o meno è un meccanismo dell'organismo vivente. Non puoi, se il segnale è quello, ignorarlo”.

Non possiamo ignorare i segnali del nostro cervello, in quanto questo, non avendo una risposta che soddisfa la sua richiesta “alzerà il segnale” e di conseguenza staremo sempre più male e sempre più soli: “abbiamo tutte le generazioni che sono a livello massimo di segnaletica che dice che siamo tutti soli, siamo una società senza empatia sociale”. È un fenomeno questo che come afferma l’esperta riguarda tutti dai più piccoli agli anziani.

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I ragazzi stanno male, non riescono a far emergere queste emozioni e l’incomprensione che avvertono a volte li porta a commettere gesti estremi, mentre, negli adulti diventano “disturbi di ogni ordine e grado: metabolico, del derma, dei sistemi dei controlli del sonno, dei sistemi dell’alimentazione - riassumendo - Siamo tutti soli, nonostante siamo interconnessi, perché il sistema artificiale si infila nella crepa lasciata dall'essere umano. L'essere umano fa troppa fatica a dedicare attenzioni all'altro e l'altro si sente abbandonato”.

Questo meccanismo è un circolo vizioso e come afferma l’esperta: “da dove parte questo circolo vizioso? Parte da uno dei meccanismi che avevamo totalmente ignorato. Cioè l'ignorare” . Infatti, un atteggiamento di uso comune, che si verifica al giorno d’oggi soprattutto con l’avvento della tecnologia è “Ignorare lo sguardo dell'altro. Avete presente quando io invece di parlare con te sono al cellulare e stiamo mangiando? Quella situazione fa sentire chi sta mangiando con me, ignorato da me”. I nostri rapporti sono diventati freddi, aridi e privi di connessione perché alla base c’è “ignorare” l’altro, perché “Nessuno ha spazio di attenzione per l'altro, ma solo bisogno di essere attenzionato. Abbiamo il bisogno di essere nell'attenzione ma nessuno dà attenzione”. Per comprendere ancora meglio le parole dell’esperta possiamo associare questo suo intervento in due dei rapporti che costituiscono la base dello sviluppo e della crescita di ogni individuo, il primo è il rapporto tra madre e figlio.

Quando, afferma Lucangeli “I cuccioli arrivano alla nostra vita, e noi siamo stanchi, stressati e guardiamo il cellulare, neghiamo loro quello che si chiama contatto oculare”, mentre è proprio dagli occhi che capiamo come sta e cosa prova la persona che ci sta davanti.

Il secondo rapporto che l’esperta prende in esame è quello che si crea tra uno studente e la sua maestra. Lucangeli dichiara che l’ignorare e il “non attenzionare”: “comincia quando la maestra, il maestro guardano l'errore invece che guardare l'occhio di chi hanno davanti. Guardano il libro e la verifica invece di guardare come “ti posso aiutare”.  Guardano l'inadeguatezza, invece di dire “guarda che questa cosa qui è facilissima” se tu la vedi con gli occhi miei, eccoli, te li sto prestando”.

Come abbiamo preannunciato, dai rapporti che creiamo possiamo ottenere tutto, solo se siamo disposti a dare tutto. Inoltre, è di fondamentale importanza prestare attenzione a come ci muoviamo nella vita di un altro individuo, occorre farlo sempre con gentilezza ed educazione, e prima ancora occorre guardare in silenzio perché : “Se noi non guardiamo l'altro, il cervello limbico dell'altro innesca un processo in cui sente di non avere valore di esistere”. 

di NATALIA SESSA

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