Galimberti: “Il desiderio è la macchina della vita. È possibile costruire un sogno da dare ai giovani? Insegnanti e Genitori hanno questa responsabilità condivisa”
- La Redazione
- 18 ore fa
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“I tempi sono cambiati, e forse la responsabilità di questo declino non è del tutto dei giovani scapestrati che non hanno desiderio e voglia di fare…”

Raggiungi i tuoi sogni, obiettivi, carriera solo quando lo desideri fortemente, ma questo desiderio deve essere già dentro di te sin da bambino, non può essere spinto da un altro individuo, come ad esempio una madre o un padre. A tal proposito è intervenuto l’esperto, filosofo e psicoterapeuta, Umberto Galimberti che ha spiegato il meccanismo che priverebbe i giovani di desideri e ambizioni.
Come abbiamo spesso ribadito l’essere umano può essere immaginato come una vera e propria spugna, assorbe parole e soprattutto atteggiamenti. Proprio per questo un genitore deve suscitare la voglia di scoprire, non deve permettere che un figlio pensi che i valori imprescindibili possano essere sostituiti da un banale materialismo. Questo processo è iniziato, afferma Galimberti: “Quando tu - genitore - in cambio delle parole gli davi giocattoli. Se andate in una camera di un bambino di oggi è pieno di giocattoli” - e cosa succede?- “ che quando tu dai a uno le cose che neppure magari ha desiderato, l'unico effetto potente è quello di spegnere il desiderio, mentre, il desiderio è la macchina della vita”.
Per cui i genitori hanno davanti a loro due vie “accendere o spegnere il desiderio” e come si trasmette tutto questo? Con l’esempio. Se siamo stati dei genitori disattenti, che hanno cercato di riempire il tempo con oggetti piuttosto che con parole, sguardi e attenzioni autentiche non possiamo aspettarci da nostro figlio un atteggiamento diverso.
Continua Galimberti: “Perché nessuno di noi va avanti? Nella vita si va avanti perché qualcosa attrae o perché qualcosa non hai avuto. Ma se hai avuto tutto…Mi annoio, non ho idea di cosa fare nella vita, non ho uno stimolo, non ho un sogno, non ho niente”. Il filosofo con questo suo intervento sul rigoroso concetto di “sottrarre" è sulle medesime frequenze del collega Paolo Crepet. Il sottrarre e le sue ripercussioni è un tema che abbiamo ampiamente trattato, inoltre guardando ai giovani con occhi di comprensione e compassione Galimberti afferma: “Stanno male perché non hanno futuro e loro lo sanno. È inutile che i genitori dicono ai figli “ai miei tempi”, perché i nostri tempi erano tempi fortunatissimi. Il futuro era lì ad aspettarti, a braccia aperte”. I tempi sono cambiati, e forse la responsabilità di questo declino non è del tutto di giovani scapestrati che non hanno desiderio e voglia di fare, mancano le condizioni e manca una rivoluzione in un sistema che non funziona più e che coinvolge certamente anche genitori e istituzioni.
Nel raccontare un aneddoto di vita personale Galimberti afferma: “Io mi ricordo che il primo incarico da insegnante in un liceo l'ho ottenuto perché una professoressa è andata via a causa di una gravidanza a rischio, e l'ho fatto da studente universitario perché non c'erano professori, quindi vuol dire che il futuro era lì ad aspettarmi. I genitori che la smettano di dire ai “miei tempi”, perché i tempi dei loro figli sono molto più tragici”. Ad esempio, continua l’esperto: “Se oggi un ragazzo si laurea in filosofia, la prima cosa che deve mettersi in mente è che difficilmente insegnerà filosofia, sai che futuro no?”.
In questo tempo nel quale abbiamo lasciato che la burocrazia rubasse le competenze e le potenzialità dei giovani, quale potrebbe essere una soluzione? “È possibile costruire un sogno da dare?”, in risposta conclude l’esperto: “Smettete di aspettare il futuro prendetelo tanto è vostro, anche biologicamente. Prendetelo il mondo sarà vostro. Forse è necessaria anche la forza e forse è necessario anche scendere in piazza”.
In conclusione l’esperto analizza uno scenario che interessa da vicino tutti, in questo hanno responsabilità i genitori con i loro figli e le scuole con i loro studenti, in quanto devo dare loro fiducia e non essere d'intralcio al perseguire i loro sogni. Quindi ai giovani Galimberti consegna la possibilità di provarci e magari anche di riuscirci di essere i protagonisti del loro futuro.
di NATALIA SESSA






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