LUCANGELI: NELLA SCUOLA CHE VORREI "LA MENTE CHE APPRENDE È UNA MENTE CHE SENTE". L'INSEGNANTE DEVE ACCOMPAGNARE GLI STUDENTI ALLA SCOPERTA DI LORO STESSI, DEI LORO TALENTI
- La Redazione

- 13 set
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 15 set
“Se mentre apprendiamo proviamo un’emozione, ogni volta che recuperiamo un’informazione dal magazzino della memoria inevitabilmente riattiviamo anche quell’emozione...”

“Il mio augurio, a chi oggi varca la soglia di una classe è che questo anno cominci senza paure. Che sia un tempo di fiducia, di sorrisi, e persino di lacrime, quando servono”. È con queste parole, in un testo pubblicato su Repubblica, che Daniela Lucangeli, professoressa di Psicologia dello sviluppo e dell’Educazione all’Università di Padova ed esperta di psicologia dell’apprendimento, saluta studenti, insegnanti e genitori che affronteranno, ognuno in base alle proprie competenze, il nuovo anno scolastico.
Come l’esperta dichiara, la scuola è un’esperienza a 360°, accompagnata da emozioni diverse: gioia e felicità, ma anche ansia e paura di non essere abbastanza. A tal proposito afferma Lucangeli: “Il suono della campanella porta con sé l’energia dei nuovi inizi, ma troppo spesso anche il peso di vecchie paure: il timore di sbagliare, l’ansia del giudizio, la fatica di reggere al ritmo delle verifiche e dei compiti. Che questo sia un tempo di fiducia, di sorrisi, e persino di lacrime, quando servono. Perché l’educazione non è mai addestramento alla prestazione: è, prima di tutto, cura della vita che cresce”.
Secondo l’esperta un nodo cruciale della scuola di oggi è il carico di studio dei ragazzi. Troppo spesso l’attenzione è posta sulla quantità e non sulla qualità dell’apprendimento.
Questo concetto, si può riassumere con: “Troppo da studiare, in troppo poco tempo, e spesso senza passione”. Questa mole di lavoro non fa altro che riempire il bagaglio emozionale dei giovanissimi di “ansia di dover rendere conto , frustrazione di non riuscire” e come dichiara l’esperta: “In queste condizioni il cervello non lavora per apprendere, ma per difendersi: consuma risorse preziose in uno stato di allerta continua, invece che canalizzarle verso la crescita”.
Daniela Lucangeli ha ben chiare le criticità della scuola di oggi. Ma ha anche un ideale di come lei la vorrebbe la scuola e soprattutto cosa dovrebbe essere per gli studenti, a tal proposito afferma: “Nella scuola che vorrei gli alunni, piccoli o grandi che siano, non consumano energia, anzi, gli insegnanti puntano a ridurre questi stati incoraggiando le emozioni positive che nutrono l’apprendimento, che stimolano l’interesse, la curiosità, il senso di completezza di sé, la percezione di affrontare una sfida commisurata alle proprie possibilità, la consapevolezza, la voglia di impegnarsi”.
“La mente che apprende è una mente che sente”
Utilizza questa frase l’esperta per farci capire a fondo come funzionano le nostre emozioni in relazione alle esperienze che viviamo e che fanno, in particolar modo, i giovani a scuola. Come ci spiega Lucangeli la nostra mente oltre ad immagazzinare l’esperienza, conserva anche le emozioni e gli stati d’animo provati in quel momento preciso: “quando un alunno impara con curiosità e gioia, ciò che impara si cristallizza nella memoria insieme all’emozione positiva.
Quando invece apprende in uno stato di stress o incertezza, quelle stesse nozioni diventano segnali di pericolo. Semplificando: emozioni e apprendimento sono collegati. Se mentre apprendiamo, proviamo un’emozione, ogni volta che recuperiamo un’informazione dal magazzino della memoria inevitabilmente riattiviamo anche quell’emozione”. La mente elabora segnali precisi se un’esperienza ci ha provocato piacere, gioia e gratificazione, allora con grande probabilità questa si ripresenterà, anzi, facciamo noi in modo che si ripresenti. Se invece l’esperienza, ad esempio dello studio, è accompagnata da ansia, stress, paura o noia, la memoria immagazzinerà un altro messaggio: "Ti duole, scappa". ”E il mattino dopo, quando il professore ci interrogherà, ci ritroveremo a fare i conti non solo con la materia, ma anche con le emozioni ad essa legate".
Il lavoro di maestri e professori
I professionisti del settore scuola, come dichiara Lucangeli, hanno una responsabilità enorme: hanno la capacità di influenzare, trasmettere e modellare. A tal proposito afferma: “Ricordiamoci che la scuola non influisce soltanto sulla preparazione dei nostri bambini, ma sulle persone che diventeranno. Anche di fronte a un errore, ciò che conta non è il rimprovero, ma la presenza”.
Inoltre l’esperta dichiara che il sistema scolastico della scuola italiana ad oggi non riesce ad incoraggiare, a sostenere, ma più di tutto, a “normalizzare” le emozioni: "Purtroppo mi sembra che la colpa e la paura siano emozioni alla base del nostro sistema educativo: un sistema basato sull’avere paura degli errori, dell’insegnante o della verifica. Nella scuola che vorrei c’è posto anche per le lacrime. Non immagino una scuola fatta di pianti, ma una scuola che sappia riconoscere e accogliere le emozioni".
La soluzione dell’esperta
Come abbiamo preannunciato, secondo l’esperta, per la scuola è arrivato il momento di sostituire la “quantità con la qualità”, ciò di cui i ragazzi, e tutto ciò che sta intorno a loro, necessitano è un sistema scolastico che dia più importanza alle emozioni che alle nozioni. Il compito principale dell’istituzione deve essere accompagnare i giovani alla scoperta di loro stessi, dei loro talenti, che il più delle volte sono sconosciuti anche a loro stessi. Con queste parole conclude Lucangeli: "Oggi è necessario guardare più a fondo, riconoscendo e coltivando le capacità autentiche di ciascuno dei nostri ragazzi: la loro possibilità di intelligere, cioè di comprendere davvero, e al tempo stesso di sentire ciò che comprendono, intrecciando conoscenze e segnaletiche emozionali e affettive di relazione".
di NATALIA SESSA






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Sono solo una nonna con nipotine in prima media, condivido pienamente tutto ciò che la dottoressa scrive e sostiene!
Ringrazio la dottoressa Lucangeli per il continuo sostegno agli alunni e a noi insegnanti. Condivido la sua idea di fare scuola e cerco di realizzarla ogni giorno . Continuerò a seguire i suoi suggerimenti con interesse e impegno. L'apprendimento è un emozione continua. Grazie