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Lucangeli: "riequilibrare cuore e mente ci porta al "qui ed ora", aiutandoci a raggiungere la giusta concentrazione"

Aggiornamento: 2 ott

Emettere quello che va buttato via per prendere quello che, invece, serve all’organismo “accende” la vita cellulare”, inoltre, sostiene la salute mentale...

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Daniela Lucangeli, docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione all’Università di Padova, in un suo recente intervento parla dell’importanza di respirare, un gesto automatico del quale neanche ci accorgiamo, ma che è di fondamentale importanza per riequilibrare le alterazioni del nostro organismo, riportando quiete, pace e tranquillità all’anima.

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Queste le sue parole: “Molti studi ci hanno fatto vedere che respirare non è solo un atto di sopravvivenza ma di vita, nel senso sia organico sia mentale”, spesso ci capita di dire a noi stessi in una situazione di stress ed ansia “respira!” , questo nostro distacco per qualche minuto dalla realtà è importantissimo perché come dichiara l’esperta: “Emettere quello che va buttato via per prendere quello che, invece, serve all’organismo “accende” la vita cellulare”, inoltre, “sostiene la salute mentale, in quanto regolatore del sistema emozionale e affettivo ma anche di quello di equilibrio”.

Come ogni cosa, anche la respirazione va educata, respirare in maniera affannosa, o avere un respiro corto, ansioso non ci dona quella tranquillità che invece potrebbe portarci una respirazione fatta con consapevolezza, Lucangeli dichiara: “Abbiamo  a portata di mano il grande modulatore dello star bene completo che abbiamo dimenticato di educare. La scienza occidentale, che si basa su evidenze empiriche, si trova a dare ragione a delle sapienze antiche, in cui imparare a respirare vuol dire imparare a gestire il sé nel migliore delle condizioni sia in ambito di salute sia di educazione, consentendo prevenzione e aiuto nel momento del bisogno”.

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Le tecniche di respirazione sono antiche, possono rappresentare un grande aiuto in alcune circostanze e fungono da vero e proprio ansiolitico naturale, infatti la respirazione, se fatta bene può placare l’ansia, placare le condizioni di stress, oltre che a riportarci nella dimensione del “qui ed ora” riuscendo a gestire le incombenze quotidiane con maggiore lucidità e oggettività. A questo punto è facilmente deducibile come la respirazione può essere utilizzata anche nell’ambiente scolastico per far emergere la massima potenzialità degli studenti, a tal proposito l’esperta afferma: “Spesso i miei studenti mi chiedono se respirare bene aiuti a controllare gli stati d’ansia prima di una prova importante. Le evidenze che abbiamo ci dicono che respirare in modo da controllare paura e stress prima di un esame dà risultati migliori” in questo modo lo studente regola la fatica, l’ansia, non avverte stanchezza e “ si impegna a generare concentrazione e a superare l’ostacolo”. Diventa di fondamentale importanza anche durante il sonno perché contrasta l’insonnia : “ se respiriamo bene, migliora il ritmo cardiovascolare e buttiamo fuori le tossine, favorendo il nostro equilibrio - dichiara Lucangeli-  aiuta il cuore e fa calare la pressione sanguigna ”. 

Per tutti questi motivi appena elencati l'esperta, nella sua scuola ideale, vorrebbe che le tecniche di respiro fossero insegnate già dai primi anni, come spiega i bambini, già da piccoli vengono esposti a ritmi frenetici, stimoli di ogni tipo che compromettono il loro benessere ed equilibrio, a tal proposito conclude: “Seguo programmi per insegnare le tecniche di respirazione nelle scuole si tratta di un apprendimento collegato al sentire e alla gestione delle emozioni”.

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Regolare le emozioni e gli stati di stress a scuola è importantissimo per il rendimento ma soprattutto per insegnare che la vita, al di fuori delle mura scolastiche, può essere presa con leggerezza e sotto un altro punto di vista, per approfondire questo tema leggi l'articolo nel quale la Lucangeli descrive la sua scuola ideale e afferma: "Troppo spesso l’attenzione è posta sulla quantità e non sulla qualità dell’apprendimento. Questo concetto, si può riassumere con: “Troppo da studiare, in troppo poco tempo, e spesso senza passione" (clicca qui )


di NATALIA SESSA

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