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INDIRE sostegno: monta la rabbia di 85000 precari, sfumata I fascia e ruolo per il 2025

Il sogno degli 85.000 docenti di sostegno svanisce tra ritardi, burocrazia e università chiuse ad agosto. Niente prima fascia, niente ruolo: tutto, I fascia e assunzione a T.I., rimandato a giugno 2026...


A più di un anno dall’annuncio del ministro Valditara sulla cosiddetta “rivoluzione del sostegno” ( CLICCA QUI ), i corsi da 40 CFU destinati ai triennalisti e quelli da 36 per gli specializzati all’estero non sono ancora partiti. E ora il tempo stringe davvero. Le università stanno pubblicando sui loro portali le prime bozze dei bandi ( non ufficiali, alcune annunciano che l'anno corrente vale, come anzianità di servizio, per i triennalisti, altre dicono il contrario ), anche se saranno soggetti a modifiche in vista della stesura finale ( CLICCA QUI )


I bandi dovrebbero uscire a breve, ma il calendario parla chiaro: anche se si partisse domani, il primo ciclo non si concluderebbe prima della fine del 2025. Il nodo? Non solo la burocrazia o i tempi tecnici, ma anche un dettaglio ignorato dal dibattito pubblico: il mese di agosto, in cui le università restano chiuse, non può essere conteggiato nei quattro mesi minimi richiesti per il conseguimento del titolo.

Bandi in arrivo? Ma il tempo è già finito

Il Ministero continua a rassicurare: i bandi per i corsi da 40 e 36 CFU saranno pubblicati a breve. Ma il problema non è solo quando escono, bensì quando i corsi effettivamente inizieranno. Perché tra pubblicazione, invio delle domande, selezione, graduatorie e immatricolazioni, si arriverà realisticamente a luglio inoltrato.

A differenza di altri percorsi formativi, questi corsi sono a numero chiuso. Questo significa preselezione, pubblicazione degli ammessi, eventuali scorrimenti. Un meccanismo che, per esperienza, richiede tempo. Anche partendo oggi, si arriva inevitabilmente a ridosso della pausa estiva.


Il blocco di agosto: un mese perso

Agosto è il grande assente del calendario accademico italiano. Le università sospendono ogni attività didattica e amministrativa. E per i corsi che devono durare almeno 4 mesi, non è legalmente possibile “contare” agosto tra i mesi formativi.

Risultato: se i corsi partono a luglio inoltrato, la formazione reale non inizia prima di settembre. Da lì, i quattro mesi decorrono da settembre a dicembre.



Dopo aver incassato una duplice delusione — il mancato inserimento in prima fascia e l’impossibilità di accedere al ruolo tramite il doppio canale — il sogno dei docenti triennalisti e specializzati all’estero si allontana definitivamente.

Il sogno di 85.000 specializzati e relative famiglie resta nel cassetto.

A maggio dello scorso anno, il ministro Valditara aveva fatto sognare un’intera categoria di precari con esperienza, annunciando quella che venne definita “la grande rivoluzione del sostegno”. L’idea era quella di specializzare 85.000 docenti entro il 2025, semplificando i percorsi formativi, proprio perché si trattava di docenti con esperienza triennale che occupavano cattedre senza specializzazione.


Gli obiettivi erano chiari: specializzare chi prestava servizio senza titolo e trasformare le cattedre di fatto in cattedre di diritto, per assumere i nuovi docenti specializzati. Nell’immaginario dei triennalisti e degli specializzati all’estero l’iter prevedeva:

  • 1) specializzarsi in tempi rapidi, almeno entro giugno 2025;

  • 2) inserirsi in prima fascia;

  • 3) partecipare alla procedura di assunzione tramite il doppio canale.

Oggi, però, quella promessa appare sempre più lontana. I bandi non ci sono, i corsi non sono partiti e la speranza è tutto ciò che resta. Paradossalmente, un anno fa il TFA sostegno IX ciclo era già in fase operativa: chi era stato ammesso aveva già versato la quota di iscrizione, mentre oggi siamo fermi al palo.


Università “stampella” di INDIRE, ma solo a parole

Nel frattempo, il ruolo delle università italiane resta ambiguo. Dopo essere state escluse dalla “rivoluzione” voluta dal Ministro, ora vengono chiamate in causa per “supportare” INDIRE, l’ente incaricato di gestire la formazione, questa formazione. Ma i fatti raccontano un’altra storia.

Se c’è qualcuno che può fare a meno di INDIRE, sono proprio le università. Lo hanno dimostrato con i percorsi abilitanti da 30 CFU per i docenti cosiddetti “ingabbiati”, gestiti in tempi record. La verità è che è INDIRE a non poter fare a meno delle università, non il contrario.

Una riforma al rallentatore

A un anno dalla grande promessa, la realtà racconta un’altra rivoluzione. Fatta di ritardi, silenzi e attese infinite. I docenti, ancora una volta, sono lasciati in bilico. E il sogno del ruolo immediato rischia di trasformarsi in una lunga attesa senza garanzie.

di LA REDAZIONE



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